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Palermo, confermata in appello la condanna a Fabrizio Miccoli: 3 anni e 6 mesi

L’ex attaccante e capitano rosanero, giudicato in primo grado colpevole di estorsione aggravata dal metodo mafioso nel 2017, ha visto confermata la sentenza anche dalla corte d’appello siciliana. La vicenda risale a qualche anno fa, quando Miccoli coinvolse il figlio di un presunto mafioso per riscuotere un credito dell’allora fisioterapista del Palermo Giorgio Gasparini.
A cura di Alberto Pucci
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La lunga partita giocata da Fabrizio Miccoli in questi anni si è conclusa con l'ennesima pesante sconfitta per l'ex attaccante e capitano del Palermo. Dopo la sentenza dell'ottobre 2017, nella quale era stato condannato a tre anni e mezzo per estorsione aggravata dal metodo mafioso, la Prima sezione penale della Corte di appello di Palermo, presieduta da Massimo Corleo, ha infatti confermato la precedente richiesta del Gup del capoluogo siciliano e ribadito in appello la pena chiesta nel primo dibattimento.

Perché è stato condannato Miccoli

Dopo alcune ore di camera di consiglio, la Corte ha dunque respinto la tesi della difesa, accolto invece le richieste dell'accusa e condiviso il giudizio di primo grado. Secondo i giudici, Miccoli sarebbe dunque colpevole di aver coinvolto anni fa il suo amico Mauro Lauricella, il figlio del presunto mafioso della Kalsa, Antonino, detto "U Scintilluni", per il recupero di un credito di dodicimila euro che l'ex fisioterapista del Palermo Giorgio Gasparini aveva nei confronti dell’imprenditore Andrea Graffagnini. I soldi erano frutto della cessione della discoteca Paparazzi di Isola delle Femmine, e nel luglio scorso anche lo stesso Mauro Lauricella era stato condannato a sette anni per estorsione aggravata dal metodo mafioso.

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La frase contro Giovanni Falcone

L'ex giocatore rosanero, che al momento della lettura della sentenza non era in aula, si è sempre dichiarato innocente e ai giudici, durante il primo dibattimento, aveva dichiarato di ‘aver fatto solo un favore ad un amico ed in maniera lecita‘. Una motivazione che non ha però convinto e che non ha evitato a Fabrizio Miccoli il pesante giudizio della Corte. Secondo uno dei legali della difesa, come riportato da ‘lasiciliaweb', l'ex calciatore starebbe pagando la frase offensiva pronunciata contro Giovanni Falcone e registrata durante l’inchiesta dagli investigatori. ‘Faremo ricorso per Cassazione – ha dichiarato Giovanni Castronovo – certi che almeno a Roma troveremo un giudice scevro da condizionamenti esterni che possa acclarare l’estraneità dell’ex capitano rosanero rispetto all’intera vicenda‘.

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