Pagati per non giocare, la top 10 dei calciatori poco impiegati in A
Il mercato estivo (727,84 milioni spesi in Italia) ha portato con sé colpi, aspirazioni, sogni e attese. Alla seconda sosta per gli impegni delle nazionali però, il campionato di Serie A ha già lanciato, chiari, i suoi messaggi: non sempre i top acquisti risultano decisivi. Vediamo dunque la top ten dei calciatori tanto acclamati dalle tifoserie ma che non hanno riscosso molto successo presso i propri allenatori.
Patrimoni sommersi: 67 milioni in panchina
Nella top 5 dei casi più estremi di calciatori non o poco impiegati troviamo addirittura 67 milioni totali in panchina. Un valore di mercato che, in tempi di crisi anche nel calcio, suscita una certa impressione e che, per valore medio al minuto (120mila euro spesi), diventa davvero insensato. Eppure, i paradossi del calcio sono anche questi con talenti tanto apprezzati, osannati e pagati che finiscono, per scelte tecniche e non solo, nel dimenticatoio. È il caso di ragazzi come Rog e Tonelli per il Napoli, Gabigol per l’Inter, Gerson per la Roma e Praet per la Sampdoria. Uomini mercato che, ad un tratto, son diventati comprimari o, in alcuni casi, delle vere e proprie chimere.
Come i ragazzi di Sarri per cui nonostante gli 11.5 milioni (più i 15 da aggiungere al riscatto obbligatorio di Rog) spesi non hanno mai visto il campo. Discorso simile per Gabigol che è sceso sì sul rettangolo di gioco, ma solo per 16 minuti. Un minutaggio davvero esiguo in relazione al costo totale dell’operazione di circa 29.5 milioni di euro. Stessa sorte di Gerson e Praet che hanno avuto maggiori opportunità di giocare in termini statistici (15 presenze totali per loro) ma mai con grande continuità: solo 34.7’ a partita per il belga e addirittura 12’ per gara per il brasiliano a dispetto dei 26.6 milioni investiti.
Lapadula, Paloschi e Lukaku: da titolari in estate a riserve di lusso
Le idee dei direttori sportivi così come quelle di tecnico e società, nel corso della preparazione, subiscono improvvisi cambi di rotta e inattese svolte. Una situazione, questa, che si è verificata per calciatori che, almeno alla vigilia del campionato, erano sicuri titolari. Ad eccezione forse di Jovetic (acquistato definitivamente allo scoccare della prima presenza in campo col Pescara), infatti, il cui utilizzo aveva già subito una flessione nella passata stagione, gli arrivi di Lapadula, Paloschi, Lukaku e Cigarini erano stati pianificati per offrire ai propri allenatori un titolare in più. E invece, la vita di questi ragazzi chiamati alla ribalta dal mercato si è maledettamente complicata.
Cigarini, sostituito in regia da Torreira, Lukaku scalzato nelle gerarchie da Radu (più attento difensivamente del belga), Paloschi messo in disparte dall’esplosione di Petagna e Lapadula in versione “Altafini” subentrando al titolarissimo e bizzoso Bacca. Insomma, pochi minuti giocati, tanti soldi spesi dalle proprie squadre e delle operazioni sia tecniche che finanziarie, al momento, antieconomiche. Del resto, la dura legge del campo, non bada a questi "delicati" fattori.