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Padri contro figli: dopo i Di Francesco tocca ai Bisoli in Brescia-Vicenza

Eusebio e Federico Di Francesco si sono sfidati domenica in Bologna-Sassuolo, match finito sull’1-1. Stasera toccherà a Pierpaolo e Dimitri in serie B, favorito il più talentuoso erede.
A cura di Mirko Cafaro
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Con tutti i figli d'arte che nell'ultimo periodo si sono affacciati sui grandi palcoscenici del nostro calcio (si pensi a Chiesa e Di Livio solo per citarne alcuni che hanno già esordito in A) era inevitabile che prima o poi accadesse. Ci riferiamo all'incrocio all'interno della stessa partita tra padri, ex calciatori ora allenatori, e figli in rampa di lancio, alla ricerca del loro spazio e lontani da ogni tipo di etichetta. Un tempo l'incrocio più comune era tra Bruno e Daniele Conti: il primo dirigente storico della Roma e talent scout, il secondo capitano del Cagliari che, proprio ai giallorossi, non ha mai perso occasione per far male. Storia diversa per Cesare e Paolo Maldini, il più delle volte dalla stessa parte della barricata tra Milan e Nazionale. Ma nuovi esempi arrivano dall'attualità dei campionati di A e B.

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Domenica, infatti, è toccato a Eusebio e Federico Di Francesco sfidarsi in Bologna-Sassuolo: il primo sulla panchina dei neroverdi, il secondo con la maglia rossoblù ma anche lui seduto per la maggior parte del tempo accanto a Donadoni, che ha scelto di buttarlo nella mischia solo all'88'. Per i due un caloroso saluto prima del fischio d'inizio e un pari che non avrà scontentato neanche Di Francesco senior, il nonno di Federico, tifoso dei felsinei. Stasera quindi toccherà a Pierpaolo e Dimitri Bisoli scrivere un'altra pagina di questa storia tra affetti e calcio. Il primo, infatti, è diventato da poche settimane allenatore del Vicenza, che con lui ha già raccolto cinque punti in tre gare, gli stessi che il predecessore Lerda aveva messo insieme nelle precedenti sette uscite; il secondo, dopo una discreta gavetta nelle serie inferiori, ha trovato nel Brescia la squadra pronta a puntare sul suo talento.

Questa sera sarà il Rigamonti il teatro di una sfida che il tecnico ha accolto così: "La sfida con mio figlio? La vivo bene, penso anche lui – ha detto di recente ai microfoni di Sky -. L'emozione è grandissima, per un padre è la cosa più bella, trovare sul proprio lavoro suo figlio. Dopo 30 secondi che lo avrò abbracciato, lo tratterò come un avversario qualsiasi. L'ho sentito e gli ho chiesto come sta fisicamente, sta bene, ma non abbiamo parlato di altro, perché non lo voglio mettere in difficoltà. Va marcato e trattato come un altro giocatore". Carezze anche dal figlio: "Si merita il ritorno in panchina, è un ottimo allenatore e un ottimo padre". E allora che vinca il migliore.

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