“Pacchi” di gennaio, cinque flop arrivati l’ultimo giorno di mercato
Frenesia, voglia di cambiare, di dare una scossa, esigenza o semplice opportunità di mercato. Sono queste le motivazioni che si trovano spesso alla base degli affari last minute nell’ultimo giorno di mercato con tante, tantissime compagini che, nel corso degli anni, hanno tentato l’azzardo, con alterni esiti, nei secondi finali della chiusura ufficiale della sessione invernale del calciomercato. Una sessione di difficile lettura e chiave interpretativa che spesso ha generato aspettative e attese immediatamente tradite. Un po’ per esorcizzarle, un po’ per rievocarle, parliamo dei cinque casi nei quali l’innesto del 31 gennaio si è rivelato poi un autentico flop.
Fernando Torres, re dei flop last minute
In questa poco esaltante lista dei calciatori tanto attesi giunti in una nuova squadra nell’ultimo giorno utile del calciomercato, troviamo, primo incontrastato, Fernando Torres. L’attaccante spagnolo, ora all’Atletico Madrid di Simeone, infatti, pur essendo diventato l’acquisto più costoso dell’era Abramovich nonché dell’intera storia dei londinesi con 59 milioni di euro spesi il 31 gennaio 2011 per prelevarlo dal Liverpool, non ha reso secondo le attese di staff tecnico, stampa e tifosi. Un flop clamoroso non tanto e non solo per la cifra investita quanto per la differenza, abissale, di rendimento fra la sua versione Reds (81 gol in 142 partite) e quella opaca, spenta ed offuscata in maglia Blues (45 gol in 172 match totali). Un comportamento in campo che non gli ha risparmiato dunque l’appellativo, poco gradevole, di bidone last minute.
L’ombra del bomber che fu: Andy Carroll col Liverpool
31 gennaio 2011, il vuoto lasciato dal bomber Torres crea una situazione emergenziale ad Anfield Road e dintorni: investire subito e, possibilmente bene, il gruzzolo derivante dalla cessione dello spagnolo. Così, gli osservatori del Liverpool sondano il mercato, in lungo ed in largo, per trovare un attaccante in grado di non far rimpiangere l’amatissimo Torres. L’identikit, poi rivelatosi straordinariamente errato, ha le sembianze del centravanti dei Magpies Andy Carroll che, l’anno prima, aveva spinto il Newcastle in Premier League grazie alle sue 19 utilissime segnature. Purtroppo per i tifosi dei Reds, l’erede del Niño, quasi come schiacciato dai 41 milioni di euro investiti per lui o semplicemente contagiato dalla maledizione da numero 9 riuscirà a segnare soltanto 11 reti in 58 apparizioni totali.
Bojinov, Firenze e quel fallimento viola
Arrivato in Italia a 14 anni ed esploso a soli 20 con la maglia del Lecce, Valeri Bojinov, anche a causa di diversi infortuni, è stato uno dei calciatori che ha raccolto meno di quanto il suo potenziale gli avrebbe permesso. E sì perché il bulgaro ha fallito più occasioni con la storia non riuscendo a ripagare la fiducia di coloro che, e sono stati in tanti, hanno creduto in lui. Una delle prime delusioni, che hanno forse definitivamente tracciato il solco di una carriera non troppo positiva, è stata quella in maglia Fiorentina. Con i viola di Mondonico, Buso e poi Zoff, infatti, dopo l’arrivo per 14 milioni di euro “a fil di sirena” dalla chiusura della sessione invernale 2005, il bulgaro non riuscì ad avere un buon rapporto con società e tifosi mettendo a segno 11 reti in 41 match, 2 infortuni più o meno seri ed un breve periodo fuori rosa prima di trasferirsi agli “odiati” avversari della Juventus nell’estate del 2006 non lasciando il segno in quel di Firenze.
Hernanes, un profeta deludente
All’uscita da Formello, quel 31 gennaio 2014, il brasiliano Hernanes pianse lacrime vere, autentiche quelle, per intenderci, versate da un calciatore che ha dato tanto ad una squadra, tanto come 41 reti in 156 presenze ed 1 Coppa Italia vinta nel derby con la Roma della finale 2013. Lacrime quasi profetiche per quello che sarà a Milano, sponda Inter, nel successivo anno e mezzo, quando, il talento carioca, non riuscirà a dare seguito alle attese dei supporters nerazzurri in cerca di un “Profeta” realmente in grado di segnare la strada della rinascita all’Inter. E invece, lo score sarà mediocre, solo 7 reti e 10 assist in 52 partite prima di lasciare Milano direzione Juventus nell’estate 2015.
Corteggiato e abbandonato, Cesar Aparecido Rodrigues
Cesar Aparecido Rodrigues, meglio noto come Cesar, è stato uno di quegli entusiasmanti acquisti di gennaio presi più per sfizio che per reali necessità tecniche. Il capitano biancoceleste stagione 2005/06, infatti, arriva a Milano il 31 gennaio 2006 dopo un lungo corteggiamento da parte dei nerazzurri di Mancini il quale, da tempo immemore, ne apprezzava le doti di grande estro, classe e vivacità sulla corsia mancina. Eppure, questo innesto non sortirà, nell’economia generale del club, alcun effetto con poche occasioni di mettersi in mostra (25 match in 1 anno e mezzo) ed alcuni successivi prestiti (Corinthians, Livorno) che lo condurranno ad esaurire la sua avventura meneghina con un bonario giudizio: bene ma non benissimo.