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Oronzo Canà consiglia Mancini: “L’Italia non segna? Gliel’ho detto: usi il 5-5-5 più 2”

Lino Banfi, straordinario interprete nel film “L’allenatore nel pallone” del tecnico Oronzo Canà, ha raccontato a suo modo il problema dell’Italia di Mancini: non riuscire a fare gol. “Mi telefona spesso e gli dico di usare il 5-5-5 +2… quando gli avversari si distraggono, entrano altri 2 giocatori”.
A cura di Alessio Pediglieri
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Correva l'anno di grazia 1984 e nelle sale cinematografiche di tutta Italia veniva proiettato un film che da lì a poco tempo sarebbe diventato non un semplice B-Movie ma un cult-movie del nostro cinema: "L'allenatore nel pallone". Regia di Sergio Martino, parole e musica di Lino Banfi nella straordinaria interpretazione di un improbabile allenatore di calcio, Oronzo Canà.

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Oggi, a distanza di oltre 30 anni, Canà ha dato lezioni di tattica a Roberto Mancini. Il tecnico della mitica Longobarda spiega al commissario tecnico della nostra Nazionale come si deve giocare per segnare e vincere. Surreale? Sì, ma tutto realistico grazie alle telecamere di Sky che hanno intervistato l'attore pugliese che ben si è divertito a calarsi nei panni del surreale allenatore.

Piccoli Canà crescono

La ‘gabbia' di Orrico e il ‘2-7-2' di Thiago Motta

Dopotutto, di proseliti – anche involontari – del mitico Oronzo, il calcio ne è pieno visto che nelle diverse epoche calcistiche ci sono stati tecnici che a loro modo hanno provato a essere innovativi rompendo i classici schemi. Da chi è riuscito nell'impresa diventando per questo un precursore, come il famoso sistema ad ‘albero di Natale' tanto caro all'Ancelotti milanista, alla improbabile ‘gabbia' di Corrado Orrico ai tempi del suo passaggio dalla Lucchese all'Inter. Fino al più attuale 2-7-2 raccontato da Thiago Motta, uno degli eroi del Triplete oggi provetto allenatore del Psg primavera.

Insomma, il 5-5-5 ha lasciato una traccia ben definita e per chi non lo ha saputo interpretare con la giusta autoironia nel momento degli errori, è sembrato essere anche un marchio di fabbrica indelebile. Perché "essere come Oronzo Canà" nel patrimonio collettivo di chi vive il calcio, significa non essere in grado di allenare o, meglio, di combinare più guai che risolverne.

I consigli di Oronzo

Mancini e Di Francesco nel mirino

Ma quando lo stesso Oronzo scende in campo ecco che tutti devono essere pronti ad ascoltare. Come nel caso in cui racconta di essere tempestato dalle telefonate di Mancini e Di Francesco, ai quali ha suggerito ovviamente il classico modulo 5-5-5 ma anche qualcosa di più innovativo: "Quando ci sentiamo con Mancini, la notte, mentre nessuno ci ascolta, e mi chiede cosa deve fare per far segnare l'Italia, gli propongo il mio modulo: 5-5-5. Con una variante, il più 2: non appena gli avversari si distraggono entrano in campo altri due giocatori che fungono da centrocampisti aggiunti".

L'ombra di Canà sulla panchina dell'Italia

Ovviamente, il tutto per ridere. Ma non più di tanto: l'attacco sterile dell'Italia non sembra voler sparire e il maggior problema del ct oggi è proprio riuscire a fare gol. Contro il Portogallo è andato in scena un altro episodio della saga azzurra: creare senza finalizzare. Questa sera con gli USA si cambieranno gli interpreti nella speranza che cambi anche la sostanza. Altrimenti, in panchina sarà meglio chiamare Canà.

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