Olympique Lione, Gregory Coupet e la doppia parata da Champions a Barcellona
L’atto, il fatto del ricordare, di rievocare alla mente immagini, nozioni, persone, avvenimenti.
Così la Treccani definisce la parola "ricordo". Quando dall'urna di Nyon è uscito il nome del Barcellona accoppiato a quello dell'Olympique Lione per gli ottavi di finale della Champions League 2018/2019 il pensiero è subito volato a Gregory Coupet. Questo ragazzone nato l'ultimo giorno dell'anno del 1972 in una gara di qualche stagione fa al Nou Camp, precisamente la Coppa dei Campioni 2001/2002, si rese protagonista di una doppia parata che è rimasta nella storia di questo torneo per un mix di riflesso e pazzia che va oltre l'immaginazione anche a distanza di 18 anni.
La sera del 10 ottobre 2001 il Lione di Jacques Santini va a fare visita al Barcellona di Rexach, proprio come accadrà stasera, ma nessuno crede che l'uomo più ricordato di quella sfida potrà essere il portiere francese: sul risultato di 0-0 Caçapa, centrale brasiliano dell'OL, mette in difficoltà dal pressing dei blaugrana si esibisce in un retropassaggio molto pericoloso che assume le sembianze di un pallonetto per fare goal al proprio portiere ma Coupet con un colpo di testa all'indietro, probabilmente la sua intenzione era quella di mettere la palla in angolo, fa carambolare la palla sulla traversa. Come se non bastasse ciò, quando la palla ritorna in campo il numero 1 dell'OL si ritrova di fronte Rivaldo pronto a insaccare di testa ma in quel momento Gregory si lancia sulla sua destra e devia verso l'esterno la palla con un intervento davvero prodigioso.
Qualsiasi altro portiere probabilmente avrebbe toccato con le mani e accettato un calcio di punizione in area ma Coupet ha deciso nello spazio di pochi secondi di intervenire di testa e dopo poco si è opposto alla conclusione ravvicinata di Rivaldo con un balzo da vero e proprio felino. Una velocità di pensiero e di esecuzione a dir poco fenomenale. È la miglior parata di inizio secolo della Champions League? Potrebbe, visto che coinvolge così tante componenti tecniche (riflesso, reattività, forza fisica) che unite ad un pizzico di follia la rendono unica nel suo genere.
Nel giorno della gara di ritorno tra il Barça e l'OL abbiamo scelto una metodologia molto vicina all'accadde oggi con cui Mark Zuckerberg ci ricorda le nostra attività social per richiamare alla memoria e far conoscere un gesto tecnico di notevole spessore e degno di una competizione come la Champions League.