Oltre il 51% dei giocatori scesi in campo in Serie A è straniero. Nell’Inter si tocca il 90 per cento!

Palacio guida la carica: l'argentino del Genoa è infatti il capocannoniere e l'attuale icona dei giocatori stranieri che stanno popolando e spopolando in Serie A. Nelle prima quattro giornate disputate, infatti, per la prima volta dall'apertura delle frontiere del nostro calcio ai giocatori esteri, ci sono delle percentuali che – sia per l'impiego, sia per i gol fatti – mettono in secondo piano i calciatori del nostro vivaio a favore dei colleghi che arrivano oltre frontiera. Un trend preoccupante che dimostra quanto il nostro calcio per sopravvivere a certi livelli, sia obbligato ad aggrapparsi a prestazioni di giocatori che non sono cresciuti da noi, con esborsi importanti e soprattutto con un minor bacino di prelievo da parte delle nostre Nazionali, la maggiore e l'Under 21.
Un calcio sempre meno italiano
Questo aspetto – sempre meno italiani in campo – era stato già trattato in tempi non sospetti quando, già in agosto a fine mercato, si era fatto il punto della situazione sulla scelta societaria di moltissimi club di Serie A. Un rapido calcolo, allora, aveva dimostrato come l'"internazionalità" delle nostre squadre fosse capitanata dal Genoa di Preziosi – proprio la squadra dove milita Palacio, che aveva strappato lo ‘scettro' all'Inter, storica capostipite, delle formazioni di "soli stranieri". Una Serie A globalizzata e poliglotta che si è confermata dopo poco meno di un mese di calcio giocato, con i giocatori stranieri a fare i protagonisti delle cronache pallonare. Una scelta che si è espansa in questa stagione anche nella "periferia" del calcio con le cosiddette provinciali che hanno utilizzato in modo massiccio calciatori non italiani: dall'Atalanta virtuale capolista di Stefano Colantuono al Cesena ultimo in classifica di Marco Giampaolo tutti i tecnici hanno mandato in campo i loro stranieri in rosa per la bellezza di 192 calciatori. Il "sorpasso" è così avvenuto e in maniera eclatante: sono infatti "solo" 181 italiani "doc", vale a dire lo straniero "tra" per il 51,5%. Certo, poi ci sono i cosiddetti "oriundi", quei giocatori che restano sospesi tra la nazionalità italiana e una seconda patria ma – in questi conteggi – anche loro rientrano nell'elenco dei giocatori "forestieri" come Thiago Motta, Amauri, Osvaldo, Schelotto e Ledesma.

Quantità e qualità
Che poi la quantità per una volta si stia sposando anche con la qualità sono altre cifre a dirlo. Soprattutto quelle dei gol (presi e fatti). Con l'arrivo di Stekelenburg alla Roma, Boruc titolare a Firenze, Julio Sergio a Lecce, Ujkani a Novara, Andjuar nel Catania, Tzorvas al Palermo e Brkic a Siena si è ancora più popolata la già nutrita schiera di portieri stranieri. Proprio quello – insieme al tradizionale "libero" – che era considerato un ruolo tutto italiano, oggi in Serie A, tra le 20 squadre in campo solamente 10 (il 50%) vanta un numero 1 italiano. Ancor peggio va nella categoria di chi i gol li fa. In questo caso, le cifre pendono a favore dei giocatori esteri ancora di più: rappresenta questa "carica" straniera, Palacio guidando la classifica dei marcatori con 4 reti in 4 incontri. E precede i vari Cavani, Denis, Milito, Jovetic, Klose, Moralez, Osvaldo. Proprio l'oriundo della Roma, ha dato un altro "segno" del nuovo fenomeno imperante in serie A: domenica sera il romanista di Buenos Aires ha siglato a Parma il gol numero 100 di questo campionato. Più in generale,sono state 57 le reti provenienti dall'estero, contro le 43 di produzione nostrana, per un facile 57% tondo tondo che "umilia" i bomber nostrani.

Un trend in costante crescita
A fare un confronto con lo scorso campionato si capisce ancor di più l'entità del fenomeno: a fine stagione 2010-2011, gli stranieri con almeno una presenza erano stati 264 su 538, vale a dire il 49,1% del totale. E i gol "esterofili", complessivamente, furono il 48,5%. In questi primi 360 minuti di gioco, è già tutto capovolto. Dal punto di vista numerico, al di là degli stranieri a disposizione nell'intera rosa, non ci sono sorprese su quale sia il club più "internazionale" a scendere in campo ogni domenica: è l'Inter, la squadra nerazzurra di Milano che annovera (grazie alle scelte di mercato ma anche di Gasperini prima e Ranieri poi) ben 20 giocatori esteri impiegati, con i soli Ranocchia e Pazzini in rappresentanza degli italiani doc. Il conto è presto fatto: il 90% dei giocatori che scendono in campo con la casacca interista è straniera.

La ‘mosca bianca' dell'Atalanta
La "mosca bianca", l'eccezione che conferma la regola, c'è però anche in questa occasione e si tratta della capolista virtuale: l'Atalanta che annovera 14 giocatori impiegati, di cui solo 4 stranieri: in pratica l'alter ego interista con il 22,2% del totale. A Bologna e Parma, rispettivamente con 38,9% e 27,8% di stranieri, una nota positiva c'è: almeno lì segnano solo gli italiani rappresentati da Giovinco, Diamanti e Portanova. Tra le grandi brillano per italianità Juventus e Milan (13 italiani su 18 i bianconeri e 13 su 20 i rossoneri). Va infine sottolineato che dal 2003/04 a oggi la classifica dei capocannonieri l'ha vinta soltanto una volta un calciatore straniero: Zlatan Ibrahimovic, nel 2008/09 eppure quest'anno la sensazione è che tra lo stesso Ibra, Palacio, Milito e Cavani, lo straniero passerà anche su quel fronte. Con buona pace per la Nazionale italiana e il lavoro fin qui egregiamente svolto da Prandelli e Ciro Ferrara.