‘O surdato abbandonato nella Napoli che dimentica tutto quando (non) segna Cavani

Bianconeri al San Paolo per la sfida scudetto, a Napoli non si parlava d'altro. Il pareggio con la Sampdoria ha raffreddato l'entusiasmo, ma cova ancora sotto la cenere. Dicono che la finale di Supercoppa a Pechino è un'onta che va lavata. Dicono che i poteri forti, spesso, hanno influenzato anche Prandelli che ha differenziato gli allenamenti della Nazionale per fare un piacere alla Juventus. Dicono che la Signora ha goduto d'un trattamento di favore per i suoi calciatori. Dicono che Mazzarri ‘non se l'è sentita' di presentarsi dinanzi ai microfoni perché aveva la febbre. Dicono tutto e il contrario di tutto, tirando per la giacchetta finanche il blasone dei Borbone contro il "piemontese che non tiene pietà". Dicono che alla fine del mese non arrivano e magari c'è anche chi si scanna per un biglietto e un posto al campo. Dicono che i bus non camminano, perché il Comune non ha i soldi per comprare il carburante e curarne la manutenzione. Dicono che, se giri con un orologio al polso che vale quanto (e anche di più) la paga annuale di un precario, sei ‘fesso e te la sei cercata' la rapina e la pistola puntata in faccia. La "meraviglia", come la chiamano da queste parti, ha un potere magico, ammalia ogni cosa. E se una finta di Maradona faceva (per molti fa ancora) sciogliere il sangue nelle vene allora una spazzolata di Hamsik, una capocciata di Pandev, un'invenzione d'Insigne e uno stacco di Cavani sono una benedizione. La ‘ciorta' (fortuna), però, questa volta s'è messa di traverso. Altrimenti, con la Juve a -2 in caso di vittoria contro i liguri, 2 ore di blackout, un codazzo di chiacchiere e un carosello di ciarle avrebbero dato sfogo all'esito della partita e cancellato le strade colabrodo che si trasformano in fiumiciattoli, la Metro allagata al primo scroscio di pioggia, i morti ammazzati per sbaglio o perché la guerra tra clan non fa prigionieri, le prospettive occupazionali impossibili, i gesti disperati di chi s'arrampica ovunque per rabbia e per protesta, il registro dei tumori che lo Stato non vuole e la Regione non sa dove trovare i soldi per finanziarlo, gli amministratori che si scoprono di lotta e di governo perché la colpa è sempre di qualcun altro, uno stadio – il San Paolo – divenuto ancora una volta pietra dello scandalo. Tutto sarebbe finito nel dimenticatoio e, passata la sfuriata, ogni cosa tornata come prima. Al macello quotidiano di sempre. Panem et circenses. Pane e veleno. "No, Pasqua', solo veleno", con molta miseria e poca nobiltà. Epperò… chi ha avuto, ha avuto, ha avuto… chi ha dato, ha dato, ha dato… scurdammoce ‘o ppassato simmo ‘e Napoli paisa'… Più che un canto di giubilo, un grido di dolore di un ‘surdato abbandonato'.