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Non è tutto oro quel che luccica, la Bosnia mette in luce le pecche dell’Italia

La squadra di Prosinecki è stata molto brava ad attendere gli Azzurri sui loro 40 metri, aggredire le fonti di gioco e ripartire con la qualità dei centrocampisti. La costruzione di Bonucci e Chiellini è sempre troppo lenta. Jorginho e Verratti sono perfetti quando hanno palla e devono stanare gli avversari, ma hanno grandi difficoltà quando devono correre all’indietro. In attacco la questione è sempre la stessa: non abbiamo un bomber.
A cura di Jvan Sica
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Le due partite contro Grecia e Bosnia sono state entrambe vinte ma non potevano essere più diverse. Ad Atene una squadra meno che mediocre non ha scelto di chiudersi, ma ha cercato di palleggiare e forzare il gioco sulle fasce, scoprendosi in maniera quasi scandalosa per una partita di qualificazione ai campionati europei. Trovando campo in cui correre i nostri attaccanti sono riusciti a giocare sempre con la palla fra i piedi, trovandosi a meraviglia in spazi larghi. Molto bene anche la fase di ri-aggressione dopo aver perso palla. Questo è uno dei crucci di Mancini e soprattutto di Evani, che guarda a Klopp come suo modello. L’importanza di pressare a grande ritmo nei primi secondi in cui non si ha più la palla è un meccanismo da oliare ancora meglio, ma i cui primi frutti si sono visti proprio in Grecia. Jorginho e Verratti hanno fatto quello che volevano, perché i greci pressavano male e poco.

Tutto diverso è stato contro la Bosnia. I ragazzi allenati da Prosinecki sono stati molto bravi ad attenderci sui loro 40 metri, aggredire le fonti di gioco e ripartire con la qualità dei loro centrocampisti. Grazie a Dzeko che faceva da perno, tutti sono riusciti ad essere lucidi e ad avere gli spazi giusti per essere pericolosi.

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Nell’analisi generale delle due partite le cose buone sono state di sicuro tutti gli elementi positivi sottolineati per la partita in Grecia e una catena di sinistra molto equilibrata, con Insigne ed Emerson sugli scudi. Contro la Bosnia gli ultimi 20 minuti sono stati da squadra che vuole vincere e questo è sempre il principio di base da cui partire. Molto bene anche gli strappi di Chiesa e Belotti, non possiamo fare a meno di gente che con la semplice corsa ci spinge un po’ più in là.

  • Le cose negative ci sono, non possiamo non vederle. La costruzione di Bonucci e Chiellini è sempre troppo lenta, è un problema che ci portiamo avanti da tanto tempo. I nostri centrali non riescono a far salire subito la squadra e spesso i due registi si trovano in una porzione troppo grande di campo in cui giocare spesso senza sostegno e pressati.
  • Inoltre Jorginho e Verratti sono perfetti quando hanno palla e devono stanare gli avversari, ma hanno grandi difficoltà quando devono correre all’indietro, come è accaduto per un’ora con la Bosnia. Non hanno la forza di tenere le ripartenze continue degli avversari e fanno trovare la difesa in grosse difficoltà perché non fanno praticamente filtro.

Emerson ha giocato due ottime partite, ma c’è troppo disequilibrio rispetto alla parte destra. Florenzi non ha più l’energia di un tempo e non martella la fascia come bisogna fare, soprattutto in casi di situazioni bloccate. De Sciglio è un buon calciatore, tatticamente accorto, ma ha limiti abbastanza chiari. Trovare un laterale destro di difesa che possa dare molto di più sarebbe un’altra prerogativa per il futuro.

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Infine il gol. Buono e giusto che segnino un po’ tutti, con Insigne spettacolare nelle sue due ultime segnature, ma difficile reggere per troppo tempo. Serve un goleador, un calciatore che attiri attenzioni perché basta poco per fargli trovare il gol. Le squadre di club hanno il calciomercato per mettere una pezza del genere, la Nazionale dovrà o inventare nuove soluzioni, magari continuamente mutevoli, oppure sperare nel salto di qualità di qualche giovane. C’è un campionato intero affinché succeda, prima degli Europei.

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