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Niente cena di Natale, né brindisi. Milan in ritiro dopo la figuraccia di Verona

Il club ha annullato la cena di auguri natalizi. Gattuso in riunione con la dirigenza, rossoneri in ritiro a Milanello in vista dell’Atalanta e fino a data da destinarsi.
A cura di Maurizio De Santis
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Altro che cena di Natale e tradizionale scambio di auguri. A Casa Milan nulla c'è da festeggiare soprattutto dopo la brutta e pesante sconfitta subita a Verona contro l'Hellas neo-promosso e coinvolto in piena zona retrocessione. Zitti e tutti in ritiro, a guardarsi negli occhi, a fare ammenda dei propri peccati, a ritrovare quelle motivazioni che finora sono mancate. Non a leccarsi le ferite ma a trovare la soluzione per ripartire. Tre sberle sul muso, tre ceffoni (gli ennesimi) all'autostima della squadra, tre calcioni rifilati agli investimenti fatti nell'estate scorsa, tre gol che smentiscono come il problema vero non fosse Montella (esonerato) ma ben altro. E allora, alla luce di una classifica durissima e delle cattive notizie che arrivano dalla Uefa che rendono ancora più greve il clima, il club ha deciso di annullare l'appuntamento previsto per questa sera, in forma privata tra giocatori e dirigenti.

Ritiro di cinque giorni a Milanello. Ritrovarsi a tavola – come si apprende dalle ultime notizie rilanciate da Sky Sport – non è la priorità: difficile fare finta di nulla e sorridere a cena nonostante il fallimento (in atto) della stagione. Un momento così delicato da spingere dirigenza e il tecnico, Gattuso, a chiudersi in un summit per fare il punto della situazione: una riunione nella quale è emersa la decisione che la squadra serri i ranghi al riparo, nella ‘quiete' di Milanello, in vista della prossima sfida di campionato di sabato prossimo contro l'Atalanta. Cosa significa? A partire da domani – martedì – e fino a data da definirsi i calciatori saranno in clausura nel quartier generale.

Un anno fa l'ultimo raduno anti-crisi. Aprile del 2016, allora sulla panchina del Milan c'era Sinisa Mihajlovic (adesso alla guida del Torino): il tecnico serbo, d'accordo con la società, portò la squadra in ritiro dopo la sconfitta con l'Atalanta in occasione della gara con la Juventus. La soluzione, però, non sortì gli effetti sperati: finì 2-1 per i bianconeri e dopo pochi giorni l'allenatore venne sollevato dall'incarico.

Mercato, motivazioni, gestione economica e conduzione tecnica. La crisi del Milan – scandita dal trend di risultati negativi (al ‘Bentegodi' è arrivata la settima sconfitta stagionale) – è tutta in queste quattro voci, zavorra rispetto alle ambizioni e alle attese dell'estate scorsa quando, con 200 milioni spesi per rinforzare la squadra, l'obiettivo era competere per tornare in Champions League. Traguardo adesso lontano 14 punti (il distacco dalla Roma, quarta in graduatoria e con una gara da recuperare) e con la zona coppe a -3. E' vero che il Milan resta in corsa per la Coppa Italia (derby con l'Inter ai quarti) e in Europa League ma il rendimento della squadra è tale da mettere in secondo piano anche calcoli del genere.

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