Neto sedotto e abbandonato dalla Juve: “Due anni di attesa e nulla è mai accaduto”
Arrivare alla Juventus e poi andarsene, senza infamia e senza gloria. Un passaggio sognato, un approdo che molti desiderano e che si è trasformato in una fermata estemporanea senza un reale progetto alle spalle. E' ciò che traspare dalle ultime dichiarazioni del portiere brasiliano Neto che per due stagioni ha svolto l'ingrato compito di vice di Buffon. Ingrato perché il campo lo ha visto poco o nulla, ma che in prospettiva poteva aprirgli le porte del club più titolato d'Italia.
Promesse mai mantenute
Neto, raccontando la sua esperienza in bianconero ai microfoni di Fox Sports (in onda venerdì sera 17 novembre ore 22.30) ha sottolineato la mancanza di un progetto reale dietro il suo ingaggio. Ufficialmente il club stava cercando con calma il futuro vice Buffon ma lui non rientrava evidentemente nei piani a lungo termine del club bianconero: "Ho perso la voglia perché vedi che quello che fai non è importante. Alla Juve era così. E allora per questo ho deciso di andare in un posto in cui mi davano almeno la possibilità di dimostrare quanto valgo. In bianconero non ero contento, non c'era fiducia".
Due anni di silenzio
Neto ha atteso due stagioni. La prima in cui appena arrivato si è ambientato al nuovo club, la seconda in cui avrebbe dovuto passo dopo passo entrare nei meccanismi e nelle idee di una società che è pronta a cambiare il suo giocatore più rappresentativo senza creare scossoni. E invece, Meto nega tutto ciò: "Alla Juventus sono rimasto 2 anni ad aspettare cose che non sono successe, pensavo a lavorare e fare il meglio dentro al campo e cercare di dimostrare che ero a disposizione e all’altezza di poter giocare titolare.
Il cuore in viola
Un trasferimento – dalla Viola alla Juventus – che aveva esposto lo stessoNeto alle critiche feroci dei suoi ex tifosi lungo l'Arno. I bianconeri sono storicamente piazza avversa e un giocatore che decide di andare a Torino è visto come un traditore della causa gigliata: "Poteva andare diversamente e potevo restare a Firenze ma l’importante è avere il sentimento che resterà per tutta la mia vita. Firenze e la Fiorentina saranno sempre nel mio cuore per tutta la vita. Ma il calcio è lavoro e i sono un professionista: anche se Firenze mi ha aiutato a crescere come uomo e giocatore, non potevo non accettare un'offerta che mi proponeva determinati obiettivi".