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Nessuno ferma l’Atletico: Carrasco stende il Bayern

L’Atletico Madrid di Simeone rimane imbattuto nel 2016. Dopo 8 vittorie di fila, primo stop per il Bayern di Ancelotti che in Spagna non segna da 4 partite. Decide Carrasco, Griezmann sbaglia un rigore.
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Imbattibile Atletico. Il terzo gol in carriera in Champions di Carrasco fa volare l'Atletico Madrid, imbattuto nel 2016, che non perde da sette partite contro avversarie tedesche al Calderon (ultima sconfitta contro il Borussia Dortmund nella Champions League 1996-97). Si ferma invece dopo otto vittorie di fila la marcia di Ancelotti. Il Bayern, mai vittorioso e mai in gol nelle ultime quattro trasferte in Spagna, domina il possesso palla ma Oblak effettua una sola vera parata, sulla girata di Muller nel primo tempo.

I tiri totali: quelli dell'Atletico in arancio, quelli del Bayern in azzurro
I tiri totali: quelli dell'Atletico in arancio, quelli del Bayern in azzurro

Le formazioni – Sarò un manuale dei problemi e delle opportunità di un 4-4-2 contro un 4-3-3. L'Atletico di Simeone, battuto dal Real di Ancelotti nella finale di Champions di due anni fa, è ancora imbattuto quest'anno e non rinuncia al proprio stile di contenimento e difesa attiva. Ancelotti, che Desailly ha definito "l'allenatore perfetto, per cui sei disposto a dare tutto", non abbandona il 4-3-3 con Vidal e Alcantara a supportare Alonso (la rivelazione Kimmich parte in panchina) e il tridente Muller-Lewandowski-Ribery davanti.

Ancelotti disegna il Bayern, che ha vinto solo due degli ultimi dieci precedenti incontri in Spagna, con un atteggiamento non lontano da quello del Real che vinse la decima contro gli Albirrojas. Alonso rimane l'uomo chiave per l'equilibrio di centrocampo, con Alcantara a cercare di sfruttare gli spazi fra le linee per massimizzare la superiorità numerica.

Illusione Muller – E' proprio lo spagnolo a disegnare l'assist morbido per Muller che gira al volo dal vertice dell'area piccola: la difesa se lo perde, Oblak però, che gli aveva parato un rigore in semifinale l'anno scorso, regala gioia, come i tifosi chiedevano alla squadra nel monumentale striscione esposto all'ingresso in campo delle squadre. La prima azione, però, è dell'Atletico: Torres sfrutta un retropassaggio un po' leggero di Javi Martinez, bravo però a rientrare e chiudere la linea di tiro al Nino.

Bayern controlla – Gradualmente, il Bayern comincia a prendere l'iniziativa (144 passaggi a 34, e 48 contro 21 negli ultimi 30 metri dopo 20 minuti). L'Atletico si limita a colpire in contropiede o sui calci da fermo. Al 22′, su corner da sinistra, Alaba va completamente fuori tempo su Torres che di testa trova solo il palo.

Folletto Griezmann – Il Bayern soffre soprattutto l'imprevedibilità di Griezmann che, come da tradizione con Simeone tende ad allargarsi molto anche in caso di pressing, proprio nella zona di Lahm, poco protetto da Thiago. Velenoso il suo cross basso al 24′ su cui Torres è in ritardo per una frazione di secondo.

Simeone protegge le fasce – Il Bayern attacca più dal lato destro; dal lato opposto Juanfran, dopo le lacrime per la finale persa l'anno scorso, diventa il giocatore con più presenze in Champions dei Colchoneros (36) con il compito di controllare Vidal, che sarebbe perfetto per Simeone, e Alaba. Per questo, non a caso, Simeone ha chiesto a Saúl Ñíguez, esterno di destro nei quattro di centrocampo, di non avanzare troppo proprio per proteggere Juanfran.

Il gol di Carrasco – E proprio una palla persa da Thiago lancia il contropiede di Carrasco, chiamato anche lui a ridurre gli sganciamenti offensivi, anche per evitare di concedere un contropiede come in campionato contro il Barcellona. Il Bayern è sbilanciato e il diagonale diventa letale: accarezza il palo e costringe Neuer a incassare il quinto gol nelle ultime 16 partite. Peraltro, erano in tre a rincorrere Carrasco (con Boateng soprattutto in evidente ritardo) che avrebbe anche potuto seguire Torres, bravo a seguire l'azione e completamente, colpevolmente, lasciato smarcato sul secondo palo.

Primo tempo – E' l'emblema di un primo tempo tutto giocato sulla contrapposizione fra l'estetica e la sostanza, fra un Bayern che fa girare di più il pallone (64% di possesso palla) ma conclude solo 4 volte in porta, e un Atletico che difende compatto, si vota alla verticalità e tira 3 volte di più. Nel bayern, e questo spiega molto dell'andamento del match, è Alaba a toccare più palloni insieme a Thiago Alcantara: scambia 27 volte con Vidal, tocca in 14 occasioni per Ribery, ma se un terzino si sostituisce di fatto al regista, qualcosa da rivedere negli assetti evidentemente c'è.

I palloni toccati nel primo tempo: Atletico 264 (arancio) - Bayern 469 (blu). Si vede come abbiano funzionato meglio le coperture difensive degli spagnoli
I palloni toccati nel primo tempo: Atletico 264 (arancio) – Bayern 469 (blu). Si vede come abbiano funzionato meglio le coperture difensive degli spagnoli

La ripresa – L'Atletico, capace di mantenere la porta inviolata in 10 delle ultime 12 gare interne di Champions (prima di questa), si è rivelato particolarmente fragile sui calci piazzati nelle ultime settimane. E al 54′ rischia ancora sul corner di Ribery, ma Muller alza troppo di testa. Per il primo quarto d'ora della ripresa, il tema tattico del match non cambia. Il Bayern gestisce palla ma fatica a trovare linee di passaggio libere negli ultimi venti metri e il coinvolgimento di Alcantara (63 passaggi in 60′) non basta a velocizzare e illuminare.

I passaggi del Bayern negli ultimi 30 metri. Da notare la quantità di frecce rosse, che denotano quelli intercettati, a ridosso dell'area
I passaggi del Bayern negli ultimi 30 metri. Da notare la quantità di frecce rosse, che denotano quelli intercettati, a ridosso dell'area

Ancelotti toglie Boateng per Hummels, magari proprio per sfruttare una maggiore presenza sui calci piazzati. L'assetto varia, invece, con l'ingresso di Kimmich, match winner ad Amburgo, per Alcantara e di Arjen Robben, in gol partendo dalla panchina contro l'Hertha Berlino, per Müller: due soluzioni che danno ad Ancelotti possibilità decisamente diverse di sfondare sulla destra.

Fuori Carrasco – Ma è ancora Carrasco a sfiorare i gol al 67′: stavolta però Neuer gli nega la gioia della doppietta. E 5′ più in là Simeone lo richiama, evidentemente stanco, per Gameiro, che in campionato ha la stessa media tiri del belga ma crea meno occasioni per i compagni rispetto al belga (0.5 passaggi chiave contro 0.8). Tuttavia si rivela preziosissimo per servire sulla corsa Fernando Torres nell'azione più interessante del secondo tempo: il Nino crossa per Griezmann, ma la traiettoria è troppo morbida e il francese non incide di testa.

Il rigore sbagliato – Il pubblico dimostra di approvare la scelta di Simeone di togliere il migliore in campo e passare a un sostanziale 4-2-3-1, che diventa 4-3-3 in possesso palla, per non farsi schiacciare dal Bayern che sfiora il pareggio al 77′ sul colpo di testa largo di Lewandowski. Nel nuovo scenario tattico il Bayern sfonda al centro, ma anche la mira di Robben non è precisa. Il nervosismo di Vidal, che in area abbatte Filipe Luis con una spinta non grave ma troppo plateale, sembra fare il resto. Inevitabile il rigore, che Griezmann stampa però sulla traversa. Non contento, sulla respinta il cileno stende Niguez con una scivolata totalmente fuori tempo.

Simeone si infuria quando all'89' Robben è lasciato libero di saltare di testa (mette alto). E' l'ultimo brivido, l'epifania di un match in cui la sostanza ha trionfato sulla forma.

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