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Nel segno dell’11/11/11: gli undici migliori numeri 11 della storia del calcio

Una lista di undici nomi che non vuol essere una classifica, ma semplicemente un ricordo di grandissimi campioni del calcio italiano e internazionale che hanno indossato la ‘mitica’ maglia numero “undici”. Noi abbiamo scelto questi giocatori, ma chi vuole può aggiungere il proprio personalissimo ricordo.
A cura di Alessio Pediglieri
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undici migliori 11

Oggi è una data particolare, per alcuni aspetti, straordinaria. Di certo, unica: l'undici novembre del 2011. Scritta così ha poco fascino, ma se si utilizzano i soli numeri ecco la magia: 11/11/11. Per alcuni non è altro che una semplice superstizione, per altri una maledizione, per altri ancora è una semplice data. Per tutti coloro che amano il calcio nel suo essere, invece questa data, l'11/11/11 è l'occasione per celebrare il mondo del pallone, quasi fosse una festa ‘programmata' per il calcio.
L'"Undici" è un numero particolare, strettamente legato al mondo del pallone, perchè in "undici" si scende in campo e l'"undici" è la Formazione per antonomasia, con cui si identificato sogni, speranze e amori dei tifosi di tutto il mondo al di là dei colori di una maglia o dei nomi che la vestono. E poi, l'"undici" è – anche oggi in un calcio in cui i numeri sulla schiena non hanno più quel significato storico e un po' melanconico di uno sport che fu – un numero epico che è stato vestito da campioni assoluti, capaci di fare la storia del calcio mondiale ed essere ricordati negli anni. L'allora classica "ala sinistra", (l'odierno ma poco pittoresco, "esterno di fascia", ndr), colui che doveva saper fare un po' tutto e bene: concludere a rete e trascinare la propria squadra al successo ma anche sacrificarsi per lasciare gloria al centravanti d'area (il classico ‘9') o mettersi a disposizione dell'estro del ‘dieci', il compagno regista-fantasista da cui passava ogni trama di gioco. A volte "gregario" a volte "stella", fatto sta che nessuna grande squadra è stata immensa senza avere nel suo "undici" titolare, un numero "undici" di grande qualità.

E allora, proprio in una data particolare, ci siamo divertiti andando a stilare una nostra particolare "rosa" che va a racchiudere i più gloriosi numeri "undici", composta – ovviamente – da "undici" campioni assoluti. Faremo dei torti a qualcuno? Certamente, ma i nomi sono tanti, la scelta è stata ardua.

undici migliori 11

1 – Gigi Riva

L'undici per eccellenza in Italia è stato Gigi Riva, e da lui non si può che iniziare, soprattutto per chi ha una certa età ma anche per chi – tra i più giovani – ha sentito raccontare delle gesta del ‘Rombo di Tuono‘ di breriana memoria, da padri e nonni, affascinandosi di quel giocatore entrato nel ‘mito‘ del nostro calcio e ricordato ancor oggi come l'emblema della ‘seconda punta' di razza che racchiudeva qualità e potenza. Simbolo del Cagliari e di un numero che oggi si celebra, un giocatore capace di far breccia nel cuore di tutti i tifosi anche con la maglia della nazionale, Gigi Riva è stato un fuoriclasse assoluto, recordman di gol con la maglia azzurra, una vera e propria leggenda che tutti non dimenticheranno mai anche – e non solo – per lo scudetto che riuscì a portare in Sardegna. Forte fisicamente nei contrasti, praticamente imbattibile sullo scatto breve, dotato di dribbling secco e tecnica essenziale, queste caratteristiche lo rendevano quasi immarcabile per i difensori della sua epoca. Fortissimo anche nel gioco di testa, abile e spettacolare in acrobazia, era dotato di tiro potente, fulmineo ed imprevedibile, unanimemente considerato uno dei migliori giocatori italiani di ogni epoca, occupa oggi la 74ª posizione nella speciale classifica dei migliori calciatori del 20° secolo pubblicata dalla rivista World Soccer.

undici migliori 11

2 – Ryan Giggs

Stesso discorso fatto per Gigi Riva, a livello internazionale Ryan Giggs è una leggenda vivente, classe '73, esponente massimo di un calcio gallese che raramente regala talenti dalla classe così cristallina. Per noi, proprio Giggs è l'esponente massimo del numero "undici" a livello internazionale. Dal 21 maggio 2008 è il primatista assoluto di presenze con la divisa del Manchester United, in cui milita dal 1989, unico ad aver vissuto gli anni della gestione di Sir Alex Ferguson – che ha cambiato giocatori, preso e ceduto campioni ma che mai si è separato dal gallese – con cui ha vinto in totale 12 Premier League, 4 FA Cup, 8 Community Shield, 3 Football League Cup, 2 UEFA Champions League, 1 Coppa delle Coppe, 1 Supercoppa europea, 1 Coppa Intercontinentale e 1 Coppa del Mondo per club. Dotato di un controllo palla fuori dal comune, con il suo mancino ha spesso messo palle splendide sui piedi dei compagni di reparto portandoli al gol. Eccezionale uomo-assist, grazie anche alla sua notevole velocità, ha capacità naturali di dribbling, puntando i propri avversari in uno-a-uno quasi sempre vincenti. Ryan Giggs è nato come ala sinistra pura, ma in carriera è stato spesso utilizzato come seconda punta, e, all'occorenza, anche come centrocampista centrale, a dimostrazione di un ecclettismo che gli ha permesso di vestire la maglia della propria nazionale per 16 anni.

undici migliori 11

3 – Karl-Heinz Rummenigge

Due volte Pallone d'oro come miglior giocatore europeo e campione d'Europa 1980 con la Germania Ovest, per tutti "Kalle" è stato l'alfiere del calcio tedesco a cavallo degli anni 70-80 come classica punta sinistra. Splendido per forza, irruenza e grandezza con la maglia della Nazionale tedesca con cui sfiora i Mondiali dell'82 e dell'86, la consacrazione arriva con la maglia del Bayern di Monaco che lo elegge ad autentica leggenda in Germania. Con i biancorossi bavaresi vincerà subito due Coppe Campioni e un’Intercontinentale, due Bundesliga e un Europeo nel 1980, anno in cui alzerà al cielo pure il Pallone d’Oro, bissato la stagione dopo. La consacrazione è tale che arriverà – come doveva essere a quei tempi – in Italia, sponda Inter, nel 1984 dove, malgrado i muscoli logorati dalle mille battaglie, lascerà ancora il segno indelebile di chi ama il calcio. Forza e classe, eleganza e potenza: un panzer con lo smoking, era Rummenigge, per tutti "Kalle", autentica icona da ‘tedesco di Germania' capace di trovare intesa perfetta con ‘Spillo' Altobelli trascinando i nerazzurri in Italia e in Europa, fornendo assist vincenti e regalando perle indimenticabili (come il gol – poi annullato – in una rovesciata da leggenda in un Inter-Rangers di Coppa Uefa).

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4 – Antônio de Oliveira Filho, detto Careca

Dalla Germania e l'Inter passiamo al Brasile e al Napoli, ma i tempi sono sempre quelli, quelli di un calcio dove il numero sulla magia aveva un valore importante e caratterizzava chi lo indossava. Come è accaduto a Careca, considerato uno dei più forti attaccanti al mondo a cavallo tra gli anni ottanta ed i novanta. Arrivato al Napoli nel 1987, il bomber verdeoro divenne parte essenziale del trio delle meraviglie partenopee, l' epico Ma-Gi-Ca, formato dalle iniziali di Maradona, Giordano e – appunto – Careca. Le sue giocate e i suoi gol che lo portarono anche ad essere vice-capocannoniere della Serie A 1988-89 con 19 reti, contribuirono all'epoca d'oro del Napoli che in quegli anni conquistò una Coppa UEFA (targata 1989, primo e finora unico trofeo internazionale di prestigio del club azzurro) una Supercoppa Italiana (1990, con una finale epica vinta 5-1 alla Juventus) e soprattutto il secondo scudetto della storia partenopea nel 1989-1990. Anni di vittorie e 97 gol (in 222 gare azzurre) al fianco di Maradona, Zola e Fonseca, Careca ha fatto innamorare milioni di tifosi grazie al  suo estro, alle giocate sopraffine, gol da posizioni impossibili che l'hanno immortalato nel firmamento del calcio italiano e internazionale.

undici migliori 11

5 – Mario Corso

Un passo indietro. Anzi, molti passi indietro per celebrare Mariolino Corso. "Il piede sinistro di Dio". Già questa definizione spiega la grandezza del piccolo veronese che legò le sue gesta per oltre 20 anni con la maglia nerazzurra dell'Inter a cavallo tra gli anni '50 e '70. Celebri le sue punizioni a foglia morta, calciate con il piede mancino ‘magico', di lui il giornalista Franco Morabito rilascia una descrizione memorabile: "E’ stato uno dei più grandi talenti del nostro calcio, un’ala atipica, mancino non velocissimo ma imprevedibile, estroso, dotato di grande fantasia". Vinse 4 scudetti, due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali, e disputò in totale 502 partite, segnando 94 gol, facendo impazzire il'Mago' Helenio Herrera che le cronache d'allora lo vedevano eternamente arrabbiato contro questo ‘genio' del pallone impossibile da ingabbiare in un qualsiasi schema di gioco. Ogni fine campionato, il tecnico dell'Inter metteva Corso sul mercato e – puntualmente – ogni estate Moratti Senior lo ritirava riprononendolo nell'"undici" iniziale dell'anno successivo.

Zbigniew Boniek

6 – Zbigniew Boniek

"Zibì" è tutt'oggi considerato il miglior calciatore di sempre in Polonia e uno dei migliori dell'Europa Orientale nella storia dello sport. Quando arrivò in Italia per giocare con la Juventus – società con cui costruì il proprio mito di giocatore – venne definito ben presto il "Bello di Notte" (appellativo affibiatogli dall'Avvocato Agnelli per la capacità di Boniek di essere decisivo soprattutto nelle gare europee in notturna). Legò le sue migliori gesta sportive nella Juventus imbattibile dei tempi di Giovanni Trapattoni in panchina e di Michel Platini sul campo.
Era un piacere a vedersi: alto 180 cm, snello, agile e veloce, elegante. Era un centrocampista di razza, ma atipico. Forte con il destro, non rifiutava però di usare il sinistro e proprio per questo – oltre che uomo-sponda eccellente – era anche un ottimo finalizzatore.
Era molto abile su entrambe le fasce laterali, tanto che la velocità e il suo controllo in corsa della palla al piede erano proverbiali.
Vinse tutto: 1 scudetto, 1 Coppa Campioni, 1 Coppa Coppe, 1 Supercoppa Europea e nel 2004 fu inserito nella lista FIFA 100, che raccoglie i migliori calciatori tra quelli ancora in vita.

undici migiori 11

7 – Paolo Pulici

Puliciclone (appellativo inventato dall'immenso Gianni Brera) è un altro "undici" di scuola italiana degli anni '70 che marchiò con i propri gol e le proprie giocate i campi di tutta la Serie A con i colori granata della Torino calcistica del dopo Superga. Non un "undici" di fascia ma una seconda punta micidiale, capace di imporsi per tre volte in vetta alla classifica dei capocannonieri. E fu proprio l’arrivo di un certo Francesco Graziani (classico numero ‘nove‘ dell'area di rigore), nel 1974, la stagione successiva il primo dei tre titoli di capocannoniere ottenuti da Pulici, a cambiare il volto al Toro, a far nascere la squadra più bella del dopo Superga. Nel 1974-’75 Pulici rivince il titolo di capocannoniere ma è dalla stagione successiva, coincisa con l’arrivo in panchina di Gigi Radice, che si ha la svolta: Claudio Sala viene spostato dalla trequarti alla fascia ed iniziano a spiovere cross dolcissimi per i due attaccanti granata. Si formerà così la coppia più prolifica ed affiatata della storia del Toro, i “Gemelli del Gol” del calcio italiano e arriverà il tanto atteso scudetto.

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8 – Pavel Nedved

Il salto nel tempo dei migliori "undici" di sempre ci porta ai giorni nostri, a Pavel Nedved, restando sempre nella Torino calcistica ma sulla sponda bianconera della Juventus, dopo la parentesi capitolina con i colori della Lazio. Pelé lo ha inserito nella FIFA 100, la lista dei 125 migliori calciatori della storia, redatta in occasione del Centenario della FIFA, mentre tra il 2003 e il 2005 viene incluso per 3 anni consecutivi nella squadra dell'anno UEFA. Nel 2003 vince anche il Pallone d'Oro. Nedved è il classico esterno di fascia "vecchia maniera": poteva coprire svariati ruoli sul fronte offensivo del centrocampo, dal laterale al trequartista. Il suo ruolo prediletto era quello di esterno sinistro di centrocampo, dove poteva effettuare cross di sinistro e rientrare per il tiro di destro. Dotato di ottima tecnica, di infaticabile costanza, grande propensione alla corsa e di ottima inclinazione nel servire assist ai compagni, è considerato uno dei migliori centrocampisti offensivi espressi dal calcio europeo entrando nella ‘Hall of Fame' bianconera di sempre. Strepitosa la dichiarazione di Luciano Moggi che lo strappo' alla Lazio: "L’abbiamo comprato, così almeno la smetterà di farci goal".

undici migiori 11

9 – Michael Laudrup

Tornando nei profondi anni '80, eccoci all'"undici" più forte della storia del calcio danese: Michael Laudrup. In tutta la carriera da giocatore vinse sette campionati nazionali, uno in Italia, cinque in Spagna e uno in Olanda, oltre a una Coppa dei Campioni ed una Coppa Intercontinentale (oltre a due Coppe di Danimarca, due Coppe e una Supercoppa di Spagna e una Coppa d'Olanda). Un ‘globtrotter' della vittoria, fortissimo soprattutto nel controllare e nel calciare la palla, con il pallone tra i piedi non perde velocità, ed è capace di saltare chiunque: le sue finte di corpo sono micidiali, il tiro, quando ci prova è notevole, la tecnica è sopraffina, ed è in possesso di una grande intelligenza calcistica. Con la maglia della Juve (dove tocca vertici di maturità assoluta) goal come quelli segnati a Tokyo, con una giocata impossibile permettendo alla Juventus di andare ai supplementari di una finale Intercontinentale che avrebbe poi vinto ai rigori, sono destinati a restare nel tempo e nella memoria dei tifosi. "Il Principe di Danimarca" non smette di sorprendere nemmeno quando si cimenta con il campionato spagnolo: a Barcellona sotto la guida di Johan Cruijff, Laudrup vinse quattro campionati spagnoli consecutivi, dal 1991 al 1994, e l'ultima edizione della Coppa dei Campioni nel 1992.

undici migliori 11

10 – Jurgen Klinsmann

"Kataklismann" o la "Pantegana Bionda", Jurgen Klinsmann è stato il primo grandissimo "undici" che ha diviso i tifosi di calcio, dotato di classe cristallina ma incostante nei rendimenti nel corso degli anni, capace di segnare gol impossibili e sbagliare reti già fatte, ad un metro dalla porta avversaria.  E' lui, ad oggi, comunque, il migliore marcatore tedesco di tutti i tempi arrivato in Italia, nelle file interiste con 13 reti segnate ella stagione 1989-90, capace di segnare nonostante in panchina ci fosse Trapattoni, non certo ricordato per tattiche spericolatamente offensive. Era il terminale offensivo dei nerazzurri ai tempi dell'Inter dei ‘tedeschi' in compagnia di capitan Lothar Matthaes e il terzino sinistro Andreas Brhme. Altissimo, velocissimo e dal fisico possente, Klisnmann era invicinbile nel gioco aereo prediligendo l'entrata in area di rigore inserendosi dalle fasce. Eccellente nel controllo di palla,  era sbocciato a fine anni '80 nello Stoccarda dove fu nominato giocatore dell’anno in Nazionale di calcio della Germania. Dopo aver raggiunto la finale della Coppa Uefa 1988-89, persa contro il Napoli guidato da Maradona per 1-2 e 3-3.

undici migiori 11

11 – Daniele Massaro

Ultimo, ma non l'ultimo per importanza, "Provvidenza" deve entrare di diritto nella top ten degli "undici" di sempre. Lui, spettacolare finalizzatore e uomo-partita rossonero di innumerevoli match che sapeva lasciare i palcoscenici e i riflettori ai suoi compagni (il trio degli Olandesi) più blasonati non per questo senza entrare nella leggenda del calcio italiano. Con la maglia rossonera conquista lo scudetto 1987-1988, prima di essere ceduto per un anno a Roma da Arrigo Sacchi. Tornato al Milan, nella stagione 1989-1990 segna ben 10 reti e si aggiudica la Coppa dei Campioni: nonostante non abbia mai la certezza di essere titolare, diventa pedina ancor più importante nel gioco della squadra con l'avvento del nuovo allenatore Fabio Capello, alle cui esigenze (complice anche l'infortunio a Van Basten) si adatta alla perfezione, date le sue caratteristiche offensive, e nella stagione 1993-1994 guida la squadra al terzo scudetto consecutivo, diventando l'idolo dei tifosi, che lo soprannominano non a caso "Provvidenza". Storica la finale di Champions League ad Atene contro il Barcellona: è il mattatore della serata realizzando i primi due gol che stendono i blaugrana.

E per voi, qual è il vostro "numero undici" cui siete più legati o che ricordate con maggior affetto? La lista è numerosa, i nomi tantissimi. A voi, dunque, l'"ardua sentenza".

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