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Nazionale, Insigne: “Che emozione giocare al San Paolo con la maglia dell’Italia”

L’azzurro nel ‘suo’ stadio per la gara contro l’Armenia.
A cura di Maurizio De Santis
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Il colore è sempre azzurro. Più marcato quello della Nazionale, sfumato come il cielo quello che richiama Napoli e il Napoli. Lorenzo Insigne gioca ‘in casa': l'Italia scenderà in campo al San Paolo contro l'Armenia dopo il pareggio (2-2) contro la Danimarca a Copenaghen. Qualificazione in tasca da tempo, il Mondiale in Brasile è già prenotato, la sfida di Roma è alle porte ma non c'è pericolo di lasciarsi distrarre. Si comincia da Quarto, con l'allenamento sul campo anticamorra. "Sarà una grandissima emozione – afferma Insigne -. Conoscendo i napoletani sicuramente ci sarà una grande accoglienza. E' bello andare in queste periferie e su questi campi. Sicuramente sentirò più degli altri questa situazione. Soprattutto per me che sono napoletano stare vicino a quella gente è molto importante".

Convincere Prandelli. "Il problema fisico è superato, sto bene. Il posto in nazionale va conquistato dando sempre il 100%. Per convincere il mister a portarmi in Brasile devo far bene anche con il club, in campionato e in Champions. Io cercherò di dare sempre il massimo e conquistarmi la sua fiducia. Totti? Un grande campione, anche se siamo giovani ci mettiamo sempre a disposizione e cercheremo di mettere in difficoltà il mister. L'importante è avere la coscienza a posto e sapere di avere dato il massimo, poi le scelte spettano al ct".

Da Zeman a Benitez. "Benitez mi sta dando tanto, ma devo sempre stare tranquillo e con i piedi per terra. Tanti giovani hanno avuto dei cali quando sono arrivati a un certo livello, pensavano di essere arrivati. Ci vuole un attimo per arrivare in alto e un attimo per tornare indietro".

Sfida con la Roma. "La Roma è partita benissimo. Io spero che il Napoli combatta fino alla fine. Gli allenatori non potranno lavorare al meglio in settimana, ma i tanti nazionali confermano il valore delle squadre. Sarà una grande partita".

Discriminazione territoriale. "Di cori contro il Napoli ne ho sentiti tanti, in squadra siamo in due ad essere napoletani e siamo quindi i più toccati. Io e i miei compagni pensiamo soprattutto a giocare quando certi tifosi fanno certi cori".

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