Nazionale, Conte: “Lippi? Un maestro. Che brave Juve, Fiorentina e Napoli”
Sono giorni intensi per Antonio Conte. In attesa di rivedere i suoi ragazzi per preparare la sfida decisiva contro la Croazia, il tecnico salentino sta viaggiando in lungo e in largo per tutto il paese. Dopo gli impegni milanesi degli ultimi giorni, e in procinto di sedersi in tribuna durante il derby tra Inter e Milan, l'allenatore della nostra Nazionale si è recato a Catanzaro per il convegno "Razzisti? Una brutta razza (…e non li vogliamo allo stadio!)". Durante l'incontro, promosso dalla Federazione e coordinato dall'ex atleta azzurra Fiona May, Antonio Conte ha parlato davanti a molti giovani giocatori delle scuole calcio del territorio e ad una rappresentanza di giocatori dell’US Catanzaro, toccando diversi argomenti: razzismo, rapporto con i tifosi, esperienze personali ed il cammino delle nostre squadre in Europa. "La nostra cultura è, purtroppo, quella del tifare contro – ha dichiarato il ct – Questo non va bene e genera fenomeni da condannare com il razzismo. Un giocatore quando sente insultare gli avversari dai propri tifosi si vergogna. Il tifoso rappresenta il dodicesimo uomo in campo se pensa ad incitare la propria squadra. Ai genitori ribadisco l’importanza di dare la giusta educazione ai propri figli e trasmettere il valore del rispetto verso l’altro. La responsabilità è di noi adulti".
Il maestro Lippi – Dopo aver parlato del suo esordio nel grande calcio e della sua esperienza, da giocatore in Nazionale, Antonio Conte si è soffermato sulle dichiarazioni di Marcello Lippi, convinto che ci siano meno giocatori italiani da scegliere nel nostro campionato: "Lippi è stato per me un grande maestro e da allenatore ci ha portato sul tetto del mondo – ha ricordato l'ex allenatore della Juventus – Le sue parole confermano che il lavoro del c.t. è diventato due volte più difficile, ma dobbiamo continuare a lavorare a testa bassa per cercare di raggiungere i nostri sogni". Nel lungo intervento del "mister" azzurro, c'è stato spazio anche per i suoi ricordi personali: "Ho sofferto per motivi personali, appena arrivato alla Juventus. E’ stato un trauma trasferirmi a Torino e lasciare la famiglia e la mia terra, ma non volevo tornare da sconfitto a casa e, dopo un anno difficile, sono riuscito ad affermarmi e ad arrivare anche in Nazionale. Anche se ci ho rimesso un ginocchio ed una caviglia, ho sempre vestito volentieri la maglia azzurra. E' una cosa incredibile". Il "one man show" di Conte si è poi concluso con un appello alla platea: "Vorrei che faceste un bell'applauso alla Juve impegnata in Champions e al Napoli e alla Fiorentina in Europa League: un applauso che possa portare più avanti possibile le nostre squadre".