Nations League, a San Siro come un anno fa: questa volta l’Italia fa 0-0 col Portogallo
Anche nei novanta minuti contro il Portogallo, l'Italia conferma tutti i suoi pregi e i suoi difetti. Mancini può essere contento per il gioco espresso dai suoi ragazzi (più che positivo per un'ora), meno per quanto concerne la pericolosità dentro l'area di rigore: il vero tallone d'Achille degli Azzurri. A tratti è sembrato di rivedere il drammatico match contro la Svezia e l'assoluta incapacità di buttare dentro il pallone. Nel calcio la differenza la fanno infatti i bomber, e in questo momento la nostra squadra continua a non averne uno in grado di fare la differenza. Il pareggio qualifica matematicamente i portoghesi, arrivati a Milano probabilmente con l'obiettivo di strappare un punto, e rimanda ancora una volta l'appuntamento con la vittoria italiana a San Siro: stadio ormai diventato una specie di tabù per i nostri colori.
Un primo tempo convincente
Sono in più di settantamila sulle tribune di San Siro per spingere l'Italia verso la Final Four di Nations League. Il ricordo dell'ultima volta al "Meazza", contro la Svezia, è un incentivo in più per gli Azzurri che partono in maniera convincente. Rispetto alla gara contro la Polonia, Mancini schiera Immobile nel tridente con Insigne e Chiesa. Ed è proprio il giocatore della Lazio a divorarsi la rete del vantaggio azzurro dopo cinque minuti: conclusione alta, dall'area piccola portoghese, dopo l'ottima risposta di Rui Patricio su Insigne.
Scesa in campo con l'atteggiamento giusto, sempre in pressione sugli avversari e precisa nella circolazione della palla, l'Italia costringe il Portogallo ad aspettare basso e a giocare di rimessa. I nostri giocano bene, sono padroni del campo (il possesso palla sfiora il 70%) ma faticano ad essere concreti nell'area lusitana. Prima dell'intervallo, oltre alla scarsa precisione italiana, ci si mette anche Rui Patricio. Il portiere del Wolverhampton, in estate molto vicino a passare al Napoli, è gigantesco su Immobile poco dopo la mezz'ora, mentre qualche minuto dopo trema e soffia fuori il pallone sul colpo di testa di Leonardo Bonucci.
Il gol che non arriva
Tra i migliori nel corso del primo tempo, Verratti regala magie anche ad inizio ripresa. Il centrocampista del Psg libera al cross Biraghi, sul pallone si avventa Chiesa che trova però una deviazione di un difensore portoghese. Mancini si sgola dalla panchina, perché vede i suoi arrivare fino ai 25 metri con facilità ma poi sbattere puntualmente sul muro rosso davanti a Rui Patricio. Dopo un primo tempo giocato a gran velocità, la manovra italiana è più lenta e favorisce il gioco dei campioni d'Europa: maggiormente aggressivi, più stretti tra i reparti e più intraprendenti con l'ingresso di Joao Mario.
Dalla panchina azzurra Mancini ordina il primo cambio e fa entrare Lasagna per Immobile. Finita la benzina, per l'Italia è un momento di difficoltà e lo conferma la prima palla gol dei portoghesi al 76esimo: conclusone velenosa di Bruno Carvalho e ottima risposta in corner di Donnarumma. L'ingresso di Pellegrini (fuori Verratti), un destro fuori misura di Insigne e l'ultimo disperato tentativo del "Mancio" con Berardi, accompagnano le squadre negli spogliatoi. San Siro applaude ma si aspettava di più. Serviva solo vincere e l'Italia, ancora una volta, non è riuscita a farlo.