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Napoli in crisi, che succede? Dal modulo ai rinnovi, 5 problemi da risolvere in fretta

La sconfitta contro la Roma ha acceso un nuovo campanello d’allarme in casa Napoli. Il club azzurro non faceva così male dalla stagione 2014/2015. Fra i tanti problemi individuati nella squadra partenopea, quelli che emergono maggiormente sono legati al difficile rapporto fra Ancelotti e Insigne, senza dimenticare i rinnovi di Mertens e Callejon e le troppe formazioni cambiate.
A cura di Fabrizio Rinelli
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La sconfitta rimediata all’Olimpico, 2-1 contro la Roma, ha accesso ulteriormente i riflettori sul Napoli che quest’anno sta davvero facendo fatica a stare dietro alle grandi. Con Juventus e Inter che già dopo 11 giornate sembrano lontane anni luce, ecco che il popolo partenopeo si ritrova a vedere la propria squarta virtualmente fuori dalla lotta Champions League e non più competitiva per lo scudetto. Mai così male dalla stagione 2014/2015 quando sulla panchina azzurra sedeva Rafa Benitez. Un calo inspiegabile che però si porta dietro diversi problemi, celati e non, sia dal punto di vista tecnico che societario. In primis sicuramente il rapporto tra Ancelotti e capitan Insigne che nonostante le smentite non è mai decollato, senza tralasciare il ritardo sui rinnovi di Mertens e Callejon che solo poche settimane fa ha fatto tuonare De Laurentiis. Sono solo alcuni dei 5 problemi individuati in casa Napoli in questo momento davvero delicato della stagione.

Il caso Insigne e quel rapporto mai decollato

L’abbraccio di Salisburgo dopo il gol del ‘Magnifico’ è forse stato solo uno specchietto per le allodole per allentare le voci su una forte frizione fra Insigne e Ancelotti. La tribuna in Champions League contro il Genk non è andata giù al numero #24 azzurro e neanche al popolo azzurro da sempre diviso sulla gestione di ‘Lorenzinho’ e sul quella fragilità di carattere che spesso lo porta a subire troppo i fischi del ‘San Paolo’. Ancelotti ha cercato di spronarlo tenendolo fuori per la sfida in Belgio provando a fargli tirar fuori la sua voglia di rivalsa. E invece, nonostante da quel momento in poi Insigne abbia sempre giocato dal 1’, il Napoli non ne ha più azzeccata una. Nelle successive 6 gare allo 0-0 di Genk, sono arrivate solo 2 vittorie e ben 3 pareggi e una sconfitta. Insigne, a parte l’assist contro il Verona per Milik, non ha mai fatto la differenza come sperava lo stesso Ancelotti.

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I rinnovi di Mertens e Callejon che hanno innervosito ADL

I contratti di Mertens e Callejon andranno in scadenza nel giugno del 2020. Siamo dunque ormai in prossimità del loro rapporto con il Napoli. Due giocatori fondamentali che hanno scritto pagine importanti della storia del club e del quale De Laurentiis non vorrebbe privarsi. Soprattutto di Dries che continua a fare la differenza. Il loro rifiuto però alla prima proposta del numero uno azzurro ha fatto infuriare il patron partenopeo. Una situazione questa che inevitabilmente si sta riversando anche in campo dove sia i giocatori che Ancelotti non possono di certo lavorare in tranquillità in una situazione a dir poco fastidioso e antipatica.

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Il modulo ‘ballerino’ che non riesce a dare garanzie

Da sempre siamo stati abituati a vedere il Napoli, dai suoi primissimi anni in A dopo il fallimento, con Mazzarri, giocare in maniera spregiudicata, con tanti attaccanti e un gioco orchestrato principalmente da tre attaccanti. Mertens-Insigne e Callejon hanno fatto la storia del club partenopeo, ma l’arrivo di Ancelotti ha un pò cambiato le carte in tavola. Dallo scorso anno infatti, il 4-4-2 è diventato il marchio di fabbrica con Callejon e Insigne trasformati in esterni alti di centrocampo e il conseguente ruolo di seconda punta di Mertens.

Il belga, con Sarri, aveva fatto benissimo da punta realizzando gol a raffica che gli hanno consentito di arrivare fino a Maradona. Un modulo che in questo momento però non sta dando grossa imprevedibilità alla manovra azzurra, sempre troppo bloccata e intuibile dagli avversari. Nelle ultime giornate solo alcuni episodi hanno consentito al Napoli di andare in gol, mai attraverso azioni importanti e che sembrino quantomeno studiate.

Il flop attuale di un top player come Koulibaly

De Laurentiis nelle ultime settimane ha dato spazio anche a commenti poco rassicuranti circa la permanenza di Koulibaly in azzurro. ‘Prima o poi dovrà venderlo’ ha detto il numero uno azzurro che ha confermato dunque il forte interesse degli altri top club europei per il difensore senegalese. Ma le sue performance in campionato nelle prime 11 giornate, stanno lasciando molto a desiderare. Non ultima la sfida contro la Roma che ha messo in evidenza una certa difficoltà proprio di riuscire a stare in linea con i quattro di difesa, che sembrano sempre molto liberi di vagare un pò come gli pare. Koulibaly, da sempre fiore all’occhiello della difesa dal punto di vista della posizione in campo e del temperamento, sta risentendo molto di questa condizione e non è comunque da escludere che l’autogol di Torino l’abbia molto segnato.

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Troppe formazioni cambiate conferma la confusione di Ancelotti

L’aspetto che però sta maggiormente attirando l’attenzione dei tifosi è il continuo cambio di formazione. Il Napoli non sembra essere mai sceso in campo con gli stessi 11. Vuoi per infortunio, vuoi per il ricambio di uomini in vista della Champions e delle partite ravvicinate, la squadra di Ancelotti ha visto sempre diversi interpreti rispetto alla partita precedente. Una condizione che di certo non riesce a dare continuità e punti di riferimento alla stessa squadra e che lascia anche un pò spaesati gli stessi calciatori, spesso condizionati da questo aspetto. Milik o Llorente, Insigne o Lozano, Mertens o Younes, insomma, una panchina lunga (che non fa mai male) ma che viene gestita in questo momento male dal tecnico azzurro e che lascia emergere una certa confusione e difficoltà nell’individuare l’11 migliore da schierare.

Gli 11 scesi in campo a Roma (Sofascore)
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