Napoli vs Juve, Mertens vs Higuain: tutti i numeri di una sfida che vale una stagione
L’attesa per il primo dei due big match fra Napoli e Juventus (mercoledì si replica per le semifinali di Coppa Italia) sta per avere fine con entrambe le squadre pronte, domani sera, a sfidarsi al San Paolo al cospetto del pubblico delle grandi occasioni. Gara numero 81 in casa dei partenopei con un bilancio che vede gli azzurri in vantaggio 28 a 23 sui bianconeri con, nel mezzo, 29 pareggi. Una sfida che assume grande importanza non solo per la storica rivalità che divide i club ma anche per la posta in palio con gli uomini di Sarri bisognosi dei 3 punti per non perdere contatto con la Roma, di scena all’Olimpico contro l’Empoli, e la Juve decisa a risolvere la pratica campionato con l’ennesima vittoria in stagione (24 successi su 29 gare totali).
Qui Napoli, la sosta interrompe il filotto
Prima di concedere i propri talenti alle rispettive nazionali il Napoli stava, episodio con l’Atalanta a parte, disputando un campionato di grandissimo livello con 1 solo punto in meno rispetto alla sua edizione 2015/16, quella, per intenderci, nella quale i partenopei con Higuain in campo (36 gol totali in A) si laurearono campioni d’inverno. 17 risultati utili su 18, infatti, rappresentano un ruolino di marcia impressionante per gli azzurri che con 12 vittorie, 5 pareggi, 50 gol fatti e 18 subiti si sono rimessi in pista dopo un avvio di stagione non proprio esaltante con tre sconfitte in A nelle prime 11 giornate. Una sosta che, quindi, a conti fatti, ha un po’ interrotto, Champions a parte, un momento di forma importante per i partenopei che hanno anche ereditato gli acciacchi internazionali di Hysaj e Reina.
4-3-3, il sistema di “Mastro” Sarri
Arrivato lo scorso anno dopo due anni di dogma tattico beniteziano impostato sul 4-2-3-1 l’ex tecnico dell’Empoli ha adottato un sistema diverso dal suo credo (il 4-3-1-2) per adeguare le forze a disposizione al modulo giusto dimostrando, in questo, grande duttilità ed intelligenza. Una duttilità che, peraltro, gli è valsa la vittoria della Panchina d’oro 2016 grazie ad un gioco e ad una organizzazione collettiva eccezionale. La ricetta, a distanza di un anno, non è cambiata nei numeri ma, in sostanza sì con gli esterni offensivi, in contumacia Higuain, spostati un po’ di più verso il centro del campo con tagli interni e dialoghi intensi verso la punta centrale (Milik prima, Mertens poi).
L’arma “segreta” del Napoli è l’attacco
Il punto di forza che emerge con maggior vigore nell’analisi dei dati statistici fatti registrare dalla banda Sarri è incontrovertibile: l’arma segreta del Napoli è l’attacco. Gli azzurri, infatti, personificano al meglio il concetto, forse un po’ troppo zemaniano, che si sostanzia nel vecchio detto: “La miglior difesa è l’attacco”. E sì perché al di là delle 68 segnature realizzate in 29 giornate di Serie A la compagine campana è anche quella che, in precisi fondamentali tecnici, si esprime al meglio. 2.3 gol di media ma anche il 59% di possesso palla con 694 passaggi medi a partita e l’87% di precisione globale piuttosto che i 429 tiri totali scoccati, di cui 239 verso la porta avversaria, i 39 assist vincenti o le 52 reti da azione manovrata rappresentano un bottino importante che chiarisce la forza offensiva degli azzurri e la loro idea di calcio basato sul possesso e la supremazia territoriale in campo.
Qui Juventus rendimento al top ma occhio agli infortuni
Dalla sfortunata trasferta di gennaio a Firenze gli uomini di Allegri, Champions e Coppa Italia comprese, non conoscono sconfitta con 12 vittorie ed un solo pari a Udine. Anche per la Juventus però, la pausa per le nazionali non ha portato ottime notizie col pesante infortunio di Pjaca (rottura del legamento crociato anteriore destro) e gli acciacchi di Mandzukic e Dybala che stanno minando le certezze, in vista del big match, del proprio allenatore.
L'evoluzione dal 3-5-2 al 4-2-3-1
Tramontata l’ipotesi iniziale di Allegri che ambiva ad inserire nel post Conte la difesa a quattro ed il trequartista (modulo impiegato soprattutto durante la prima annata a Torino), l’ex Milan ha deciso di rinverdire il 3-5-2 nelle ultime stagioni (utilizzato 78 volte in 3 anni), ovvero il sistema di gioco più conosciuto e collaudato dalla squadra. Quest’anno però, quasi all’improvviso la svolta. E sì perché proprio dalla débacle del Franchi a Firenze il modulo bianconero ha subito un netto scossone col 4-2-3-1 ed una nuova sistemazione sul rettangolo di gioco. Da lì solo un pareggio e 12 vittorie ed un attacco composto da tutti i big presenti nel reparto (Mandzukic, Cuadrado, Dybala e Higuain) che, per coesistere e convivere, hanno deciso di aiutarsi e ripiegare spesso in fase di non possesso. Una rivoluzione copernicana che, un po’ alla Mourinho dell’Inter del triplete, ha portato talenti come Mandzukic (il paragone è con Eto’o) a sacrificarsi sulla fascia pur di giocare e portare vittorie al proprio club. Una soluzione, almeno al momento, che sta pagando notevoli dividendi anche in Champions prima dell’esame di maturità col Barcellona.
Juve 59 gol fatti ma che bunker in difesa
Da par suo, invece, la Juventus rappresenta, numeri alla mano, il meglio del meglio della nostra Serie A per impermeabilità difensiva e forza del pacchetto arretrato. Pur avendo messo a segno ben 59 reti, infatti, i bianconeri sono al top per fase passiva essendo in possesso della miglior retroguardia del campionato con solo 19 gol subiti ma anche meno parate del torneo (65), più passaggi intercettati (14.2), tiri bloccati (2.5), solo 4 gol da calci piazzati e 18.3 spazzate per partita. Un rendimento abbastanza eloquente che mette in chiaro il tema principale della gara: il Napoli, se vorrà avere ragione della Juve, dovrà scardinare il bunker piemontese.
Temi del match
L’Attacco azzurro contro la Difesa bianconera
Al di là della passione, della storica rivalità e del retaggio di questo importante match, peraltro molto sentito da entrambe le compagini, questa sfida si presenta con diversi temi ben precisi. Uno di questi, lo scontro epico fra due club che hanno nell’attacco, il Napoli, e nella difesa, la Juventus, due punti di forza davvero importanti. Duelli chiave, agonismo, determinazione, fame, grinta e dettami tattici che però vedranno nell’esiziale battaglia a distanza fra la solidità bianconera e l’efficacia realizzativa degli azzurri un punto fondamentale della contesa.
Una sfida da X
Lungi dal voler fare pronostici, la sensazione sul risultato finale, specie se si osserva il rendimento di Napoli e Juventus sembra volto verso il pari. Non tanto o non solo perché questo singolo risultato non arriva al San Paolo da 5 anni (1 marzo 2012) quanto per il fatto che i partenopei quest’anno hanno avuto un ruolino di marcia in casa meno travolgente della scorsa edizione del campionato (sconfitte con Roma e Atalanta e pareggi con Sassuolo, Lazio e Palermo) con diversi punti persi fra le mura amiche di Fuorigrotta. Dall’altro lato, invece, la Juventus si presenta a Napoli con il secondo miglior rendimento esterno con però le 4 sconfitte totali patite proprio lontano dallo Stadium. Pressione, foga del pubblico e calore dei tifosi dunque, saranno fra le componenti che incideranno sul risultato finale.
Mertens Vs Higuain
Il belga erede del Pipita. Un titolo che poco meno di 8-9 mesi fa sarebbe stato impensabile. E invece il fato, beffardo come sempre, ha restituito una immagine chiara, nitida, netta: il folletto segna più dell’argentino (20 gol a 19), con una media gol migliore (0.8 contro 0.7) ed una rete ogni 90 minuti di gioco contro i 117’ per gol dell’ex 9 azzurro. Questa, la fotografia centrale di un duello a distanza che, a priori, parrebbe scontato e che invece si dimostra aperto ad ogni soluzione con i due implacabili bomber pronti, alla prima occasione, ad infilare la palla in rete e vincere il personale confronto.
Come si muove il belga
Dries Mertens è uno di quei ragazzi del terzo millennio che sono stati capaci di reinventarsi. Il mestiere, infatti, è cambiato notevolmente: da arma segreta in panchina a partita in corso a cannoniere principe del Napoli. Una trasformazione straordinaria che, dall’infortunio del titolare Milik, ha permesso agli azzurri di esprimere un calcio se possibile ancor più bello col numero 14 grimaldello esiziale per scardinare le difese avversarie. Tolta la punta centrale di riferimento i partenopei hanno inserito un tassello agile, veloce in grado di dialogare bene coi compagni ed aprire, specie a mezzeali ed esterni offensivi, sterminate praterie. Un espediente tattico di difficile lettura e che ha dato vita all’attacco smart azzurro capace, senza panzer al centro, di segnare vagonate di reti.
Come interpreta il gioco il Pipita
Higuain per qualcuno potrebbe aver subito una certa involuzione in termini di reti messe a referto con una differenza di -8 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Eppure, il Pipita è entrato in un sistema differente dove lui non è più il centro nevralgico del gioco ma, specie nel nuovo 4-2-3-1, una pedina importante di uno scacchiere più vasto e complesso. E così scendono i tiri di media a partita (da 4 a 2.6), la media gol a match (da 0.93 a 0.7) e da 27 a 19 le reti tout court. Higuain però si muove diversamente, di più e meglio con addirittura 9.1 km medi percorsi, più duelli aerei tentati (28 totali), più pressing e più palle recuperate (2.55 di media) rispetto allo scorso anno (1.57). Uno sviluppo tattico diverso che lo rende funzionale, bottino personale a parte, all’organismo Juve alle cui fortune contribuisce col 32% del fatturato totale.
Zone calde della sfida
Duelli a distanza come Mertens contro Higuain, Hamsik–Khedira o Pjanic–Diawara saranno fondamentali per le due squadre per decidere chi avrà la meglio fra Napoli e Juventus. Al di là delle sfide individuali però, la contesa avrà alcune zone calde nelle quali si concentreranno le azioni di ambedue le compagini. In particolare, sulla corsia sinistra azzurra e quella destra bianconera molto battuta da ambedue i club (rispettivamente il 39% ed il 40%) si svilupperanno diverse trame di gioco facendo, di questa fascia, il corridoio favorito del match. Infine, la linea mediana ma, soprattutto, la zona centrale del campo sarà il campo di battaglia privilegiato dai 22 con la provenienza dei tiri che arrivano il 60% delle volte per il Napoli ed il 70% delle occasioni per la Juve proprio nella parte mediana del rettangolo verde.
Probabili formazioni
Per perseguire i rispettivi obiettivi, far divertire i rispettivi tifosi e, soprattutto, portare a casa i 3 punti Sarri e Allegri dovrebbero affidarsi, al netto di infortuni e squalifiche, alle formazioni tipo.
Per il Napoli dovrebbero scendere in campo Reina, Hysaj, Koulibaly, Albiol, Ghoulam, Hamsik, Diawara, Allan, Callejon, Insigne, Mertens mentre la Juventus dovrebbe rispondere con Buffon, Dani Alves, Bonucci, Chiellini, Alex Sandro, Pjanic, Khedira, Cuadrado, Dybala, Mandzukic, Higuain.