Napoli – Verona 5-0, 20 Ottobre 1985: Maradona megl ‘e Pelè
Negli Ottanta, ai piedi del Vesuvio, il ritornello, che qualsiasi partenopeo fischiettava, dall'operaio al medico, dal netturbino all'avvocato e via discorrendo, faceva così:
"Maradona e' meglio ‘e Pele'
ci hanno fatto ‘o mazz' tant pe ‘ll ave'!
Maradona facce sunna',
nu scudetto puortancill' ‘a parte ‘e cca'…
Maradona ‘o ttene e t' ‘o dda',
te scamazza te mbriaca e va a signa'
Maradona si' Napule gia',
tu si' ‘a chiave ‘e ll'acqua pe ce fa campa'"
Il motivetto, ovviamente inneggiato dai tifosi partenopei incantati dalle giocate divine del Pibe de Oro aprì una querelle che tutt'ora non trova chiusura. Maradona è meglio di Pelè? I posteri hanno tentato di dar l'ardua sentenza, ma ad una definitiva conclusione non si è mai giunti e forse mai si giungerà. La verità è che ognuno risponderà secondo i propri gusti o simpatie, ma forse un aiuto, come già detto nella nostra rubrica in "Napoli – Stoccarda 3-3, il dio del calcio portò Napoli sul tetto di Europa", l'ha dato l'ex commissario tecnico dell‘Italia, Marcello Lippi: "Diego Armando Maradona, a differenza di Pelè si è confrontato con il calcio europeo, e su questo duro banco di prova ha superato tutti gli esami possibili. Nel vecchio continente le difese picchiano, e picchiano duro e Diego lo ha provato sulla propria pelle, basti ricordare l'infortunio causato dall'entrataccia di Goikoetxea che gli spezzò letteralmente la caviglia con conseguente interessamento dei legamenti". Lippi ci ha dato un aiuto, ma la domanda resta e continua ad essere argomento di discussione tra chiunque mastichi un pò di "pallone": Chi è il più forte giocatore di tutti i tempi, Diego o Pelè?
Il 20 Ottobre 1985, Diego fa pendere il piatto della bilancia a suo favore. Al San Paolo arriva l'odiato Verona, campione in carica. Ma quel dì, ai piedi del Vesuvio, la compagine di Bagnoli sembrò una squadretta di fronte agli uomini di Bianchi che non ebbero alcuna pietà degli ospiti. Quel giorno, Diego sembrava ispirato direttamente dal cielo, le sue movenze erano eleganti e leggere; i suoi piedi pennelli che dipingevano sulla tela verde del San Paolo giocate divine. I suoi lanci erano parobole perfette che si chiudevano direttamente sui piedi dei compagni, il pallone sembrava il suo fedele compagno, un cagnolino che lo seguiva in ogni azione senza mai staccarsi dal divino padrone. Il Napoli vinse 5-0 e le reti furono di pregevole fatture ma quella del giocatore argentino va oltre ogni immaginazione.
Diego è sulla trequarti, leggermente defilato sulla sinistra. Il Napoli vince 2-0. Il Verona attacca, il Napoli si difende. L'azione improvvisamente si trasforma da difensiva in offensiva, la palla viene lanciata dal muro difensivo partenopeo dalle parti del Pibe de Oro. Diego è spalle alle porta, a metà dal centrocampo e l'area scaligera, addomestica il pallone e la lascia rimbalzare due volte. Nessuno può sapere cosa sia passato nella testa del numero dieci partenopeo in quel momento, ma la naturalezza con cui calciò il pallone di mezzo esterno sinistro prima che rimbalzasse a terra per la terza volta è disarmante. La parabola è perfetta, la traiettoria della conclusione sembra tracciata con un compasso. Giuliano Giuliani, estremo difensore del Verona, non fa in tempo a posizionarsi tra i pali e non può far altro che osservare la sfera far la barba al "sette" e infilarsi in porta. Passeranno alcuni secondo prima che il San Paolo riesca a trovare il fiato per esplodere di gioia, perchè un gol del genere ti lascia senza fiato!.
Tutt'ora non si è arrivati alla definitava conclusione di chi sia meglio tra l'argentino e il brasiliano ma sappiamo per certo che Pelè non ha mai segnato da centrocampo, Diego sì, quando stava in Argentina, ma siamo ancora più certi che un gol del genere sarà tramandato di generazione in generazione perchè è uno dei gol più belli da quando l'uomo inventò il calcio, ops, chiedo scusa, da quando Diego insegnò cosa si può fare con un pallone tra i piedi!
Davide Pecchia