Napoli, quanto manca Albiol. Difesa flop, Koulibaly sembra un gigante dai piedi d’argilla
Il Napoli subisce gol da sei partite consecutive in campionato, la serie più lunga dal 2016-17. Il pareggio contro il Genoa ha fatto riemergere gli effetti dell'assenza di una guida non appariscente come Albiol. Il valore del valenciano, l'equilibratore della difesa anche nel modello sofisticato di Sarri, si vede soprattutto quando manca (compresa la gara di andata di Europa League a Londra, contro l'Arsenal).
Troppi spazi fra le linee
Le difficoltà difensive del Napoli coincidono con l'intervento al ginocchio dello spagnolo, che ha giocato l'ultima partita contro la Sampdoria il 2 febbraio, nel giorno dell'addio di Hamsik al San Paolo. I due fattori si saldano, gli effetti si moltiplicano. L'assenza di Albiol, che sta completando sedute di potenziamento muscolare dopo l'operazione di pulizia al ginocchio sinistro, si combina con il cambio di configurazione a centrocampo, con l'evoluzione più marcata del 4-4-2 atipico e la presenza di Ruiz come riferimento centrale di centrocampo.
La linea difensiva perde una figura di riferimento, un elemento chiave nelle letture tattiche e nelle chiusure in campo aperto. Nelle ultime due partite, poi, lo spazio da coprire per i due centrali aumenta con un centrocampo non sempre attento a mantenere le distanze corte e a rientrare una volta saltata la linea di pressing. Così Koulibaly si scopre meno preciso e sicuro, i meccanismi perdono la sicurezza che nasceva dagli automatismi ormai definiti. "Dopo Roma è calata l'attenzione e l'applicazione. Il problema è che non difendiamo come abbiamo fatto sempre quest'anno, lasciamo spazi tra le linee e credo sia dovuto al calo d'attenzione nelle ultime due partite" ha detto Ancelotti.
Koulibaly saltato 3 volte contro il Genoa
Il “Patron”, come lo chiamano in spogliatoio, leader di carisma e d'ordine, si è adattato alle mutevoli versioni del Napoli: avvolgente con Benitez, ossessivo e verticale con Sarri che al primo allenamento gli fa notare di essere messo male col corpo, più ibrido con Ancelotti. "Il Napoli mi ha fatto riconquistare la nazionale" spiegava a ottobre dal ritiro della Spagna a La Razon. “Abbiamo fatto delle grandi stagioni ma senza vincere. Abbiamo un bel gruppo, dobbiamo lavorare molto collettivamente perché non abbiamo giocatori di primo livello che possono vincere le gare da soli".
È questo che è mancato da febbraio in poi. Albiol ha saltato le ultime otto gare di campionato. Koulibaly ne ha giocate sei in coppia con Maksimovic (Fiorentina, Torino, Parma, Juve, Udinese, Roma), le altre due con Chiriches (Sassuolo) e Luperto (Empoli). Contro l'Empoli ha completato appena 35 passaggi, il dato più basso della sua stagione, in una partita in cui salta uno dei paradigmi della squadra, la costruzione dal basso con i difensori centrali: Luperto infatti ne direziona due in meno e il primo regista diventa Mario Rui (94, secondo dato più alto di squadra dopo Allan). Al San Paolo contro il Genoa, invece, viene dribblato tre volte, e non gli era mai successo in tutta la stagione.
La difficile transizione
La difficoltà nel trovare le giuste posizioni si vede nel primo gol subito a Empoli. Farias (che nella foto ha la palla e segnerà con deviazione), ha avviato l'azione con un triangolo lungo a centrocampo con Bennacer. Saltata la linea di pressing, il Napoli è scoperto. Zielinski rientra e si schiaccia su Malcuit, preso in mezzo tra i due. Il terzino, che stringe la linea e lascia l'uomo libero sulla fascia destra, tiene Koulibaly in una terra di mezzo mentre Luperto segue Caputo.
Il mancato rispetto delle distanze porta il Napoli a scoprirsi nei corridoi interni, soprattutto nelle transizioni, come si vede in un'altra occasione creata dall'Empoli. L'azione si è avviata sulla destra: Di Lorenzo ha appoggiato per Traoré che ha visto in verticale lo spazio per Farias. L'ex Cagliari sta per servire l'assist a Caputo, più veloce di Malcuit, chiuso in uscita da un grande Meret. Ma è evidente il disordine nella linea difensiva del Napoli con Luperto in ritardo e Koulibaly che cerca di tamponare andando a chiudere la possibile linea di passaggio.
Anche nel secondo tempo, le linee si aprono. In questa azione, che si concluderà con il tiro di Pajac chiuso in angolo da Meret, il Napoli è scoperto in mezzo. Il raddoppio di Luperto, che si schiaccia su Mario Rui ma non aiuta a chiudere le opzioni di passaggio di Farias che può verticalizzare per Di Lorenzo o, come farà, crossare in mezzo. Luperto e Koulibaly sono lontanissimi, tra loro due lo spazio rimane vuoto e consente una traiettoria di passaggio libera verso l'area. Anche Koulibaly , che spezza la linea, non aiuta Malcuit a chiudere su Caputo e Pajac che gli passerà alle spalle.
Poco equilibrio
Contro il Genoa, al Napoli manca equilibrio nella fase di non possesso e di recupero del pallone, un momento chiave per una squadra che cerca comunque di pressare alto e difendere in avanti. I due centrocampisti centrali, Allan e Ruiz, di fatto svuotano il centro nelle transizioni negative e nelle situazioni di palla scoperta: i loro interventi difensivi si concentrano più negli spazi di mezzo.
Di conseguenza, Koulibaly e Maksimovic si ritrovano a dover coprire un settore di campo molto più ampio aumentando così il rischio di scoprirsi alle spalle.
E', di fatto, quello che succede in occasione del gol del Genoa. Koulibaly esce alto per raddoppiare su Kouamé che però lo salta secco e questo squilibra tutta la fase difensiva. Hysaj stringe e libera a destra Pandev, che riceverà il pallone non chiuso da Callejon, e Ghoulam costretto poi a stringere la linea non copre sull'inserimento in area di Lazovic. Risultato: cross lungo del macedone, destro al volo del serbo, rete.
Una situazione precedente, sempre nel primo tempo, mette in luce forse ancora meglio l'origine delle difficoltà del Napoli, alla ricerca della compattezza difensiva perduta. In questo caso Kouamé, nel corridoio di centro-destra, ha appoggiato in orizzontale verso il centro a Lazovic (che nella foto ha il pallone e sta per tracciare il filtrante verso Pandev). Nonostante il 5 contro 3, il Napoli è scoperto. Maksimovic deve uscire dalla linea perché nessuno dei due centrocampisti ha chiuso Lazovic. Koulibaly ha due opzioni, chiudere la linea di passaggio o tenere l'uomo (Pandev). La presenza di Kouamé porta Ghoulam a schiacciarsi verso il centro. Ma così il Genoa ha comunque due uomini larghi sulle fasce e completamente smarcati, anche se non saranno coinvolti nell'azione.
In situazioni come queste, l'assenza di una guida che tenga la posizione e la linea, che garantisca sicurezza nelle letture preventive, negli scivolamenti, si nota. Contro l'Arsenal, squadra molto poco British che attacca proprio cercando la moltiplicazione delle linee e le aperture alle spalle dei difensori, servirà un approccio più organico alla fase difensiva.