Napoli, ora basta: perdona Higuain
di Giorgio Scura
Non seguo molto il calcio, ma amo lo sport. Non sono un tifoso napoletano, ma vivo in questa città, il Calcio Napoli lo respiro ogni giorno e questo clima di odio verso un calciatore che ha deciso di cambiare squadra non riesco proprio a capirlo.
Gonzalo Gerardo Higuaín è un ragazzo argentino di 28 anni, figlio d'arte di Jorge, che ha sempre e solo giocato in Argentina. È un campione, uno di quelli che non ne nascono tanti in un secolo. Talmente forte da sconfiggere una meningite da piccolissimo e poi, molti anni e farmaci salvavita dopo, diventare il capocannoniere con più gol in una stagione di sempre del campionato italiano. 36 reti. Con la maglia del Napoli.
Una maglia che poi ha deciso di togliere per indossare quella di un'altra grande squadra, la Juventus. Così come, prima, si era tolto quella del "suo" River Plate, e poi quella, tra le più gloriose al mondo, del Real Madrid, per indossare proprio quella partenopea.
Higuaìn gioca a calcio, lo fa con enorme dedizione e risultati grandiosi. Higuaìn è anche un ragazzo, che insegue un sogno e che dopo 3 anni lascia una squadra che ha contribuito a fare grande per un'altra.
Cosa c'è di strano? Perché questa reazione così violenta della città? "Si deve rompere una gamba, deve spaccarsi il crociato, deve passare un guaio". Addirittura stamattina c'è chi lo ha impiccato, fortunatamente solo con un pupazzo, a un balcone del centro storico.
Niente odio, anche se ora è alla Juventus
Ma veramente Napoli sei questa? Veramente auguri questo a un ragazzo, un campione che per 3 anni vi ha fatto sognare? "Eh, ma è andato alla Juve", e allora? Se andava alla Fiorentina o al Milan sarebbe stato diverso? O ci portiamo dietro ancora retaggi sabaudi? "Eh, ma ha tradito un cuore che gli voleva bene, che lo amava". Poteva gestirla meglio el Pipita? Certamente, poteva non scappare di notte, non nascondersi, prendersi le sue responsabilità e metterci la faccia. Ma a maggior ragione non ci credo che una città solitamente così generosa non sia capace di clemenza.
Napoli, il tuo cuore è enorme, l'amore in cui credi ciecamente come filosofia di vita è commovente, ma questa "passionalità" non ti autorizza a fare e dire tutto. L'amore non può invadere e schiacciare gli altri, non è perché è amore che allora giustifica tutto. Ammesso che sia amore, perché se è amore, vero, non cambia dalla sera alla mattina, trasformandosi immediatamente in rabbia e pericolosa sete di vendetta. In insulti e maledizioni.
"Higuain scusaci per gli insulti"
"Higuain scusaci per gli insulti. In bocca al lupo, grazie per i tre anni assieme. E sei andato a giocare nell'odiata Juventus, ti perdoniamo. Ti auguriamo ogni bene perché sei uno che è arrivato dov'è con sacrificio e dedizione, come tutti i grandi campioni. Un sacrificio e una dedizione che servirebbero a noi, ogni giorno, per "difendere la città", anche senza di te, che in fondo sei solo un calciatore. Higuain scusaci perché questa città di difetti ne ha e sappiamo non giudicare, perché sappiamo quanto fa male essere giudicati".
Mi sarebbe piaciuto leggere un po' di lucidità e distacco, sui giornali almeno, o sui social. Un "Ci dispiace che te ne vai, ma quando tornerai al San Paolo, come oggi ha detto mister Sarri, non ti faremo sconti. Ti distruggeremo. Ma sul campo. Poi ti inviteremo a mangiare di nuovo la pizza con noi". Perché Napoli sa amare, senza portare rancore.