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Napoli o Juve, chi vincerà lo scudetto? Pro e contro di una sfida pazzesca

Il Napoli ha puntato tutto sul campionato, la Juventus – che ha una rosa più larga e forte – è in corsa ancora per la Champions. Cosa può spezzare l’equilibrio? Cosa può far saltare in banco in classifica? Quante chance ha la squadra di Sarri e soprattutto ce la farà a resistere al ritmo attuale? Perché sì e perché no, i pro e i contro del duello tra partenopei e bianconeri.
A cura di Jvan Sica
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Dopo tante giornate in cui le posizioni di classifica della serie A non si sono mosse, con il mantenimento delle stesse distanze in punti, si può tranquillamente affermare che siamo in una situazione di stallo da cui è difficile capire l’orizzonte futuro ed è ancora più difficile muovere qualcosa. Le distanze fra una Juventus che ha campioni che nessun’altra squadra ha e il Napoli che invece è riuscito ad arrivare ad un livello di gioco impossibile per qualsiasi altra squadra italiana hanno scavato una differenza troppo ampia.

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Le piccole sono sempre (o quasi) facilmente battute, senza neanche molto impegno, la classe media non regge l’urto e come visto nel week-end scorso, con Fiorentina e Lazio, riescono anche a creare dei pericoli ma per arrivare alla vittoria ci vuole ancora tanto. Con le altre due squadre potenzialmente “fastidiose” come Roma e Inter in difficoltà le uniche varianti che possono far saltare questa fase di stallo sono da trovare all’interno o nel percorso stagionale delle due squadre regine.

La rosa e il calendario, le variabili

Come variabile pro-Juventus c’è ovviamente la rosa. ampia, piena di ricambi all’altezza e soprattutto con la doppia copertura completa di ogni ruolo. Questo porta con sé due conseguenze molto importanti sul lungo termine, prima di tutto la possibilità far riposare i titolari per le partite decisive e in secondo luogo avere ricambi che possono anche dire qualcosa di diverso in una eventuale situazione complicata da risolvere. Il Napoli ha ruoli coperti da un solo uomo, vedi il laterale di sinistra in difesa con il solo Mario Rui e soprattutto in attacco, con un Milik che magari tornerà ma di sicuro a mezzo servizio, una situazione delicatissima per la quale quei tre sono più che indispensabili e titolari obbligati.

La grande variabile pro-Napoli invece è il calendario. Giocare la Champions e giocarla per vincere come deve fare una Juve schiacciasassi in Italia crea grandi difficoltà soprattutto nel recupero così stretto. Già agli ottavi la Juventus ha trovato un avversario molto complicato come il Tottenham e anche una possibile eliminazione non porterebbe comunque buonumore e motivazioni extra al gruppo. Importante quindi per i bianconeri restare in Champions e allo stesso tempo essere sempre pimpanti in Italia. Non è facile. Il Napoli ha un’Europa League a cui guarderà per forza di cose con poca attenzione, anzi servirà a tenere in ritmo qualche giocatore che in campionato gioca meno, come Diawara e Zielinski.

Abitudine a vincere e voglia di successo

Una seconda variabile pro-Juve invece è la capacità dei vecchi di puntare all’obiettivo e raggiungerlo. In questi anni il gruppo storico è rimasto intatto e anche questa volta l’idea di compattarsi attorno a Buffon è evidente, anche quando Gigi è in panchina. Volergli dare ancora un titolo (magari la Champions che non ha ancora vinto) è un desiderio che si percepisce e questo fa dare quel qualcosa in più che alla fine può fare la differenza.

Una seconda variabile pro-Napoli invece potrebbe essere la ‘fame' degli azzurri. Voler vincere è un tarlo per gli juventini più “esperti” e volerlo fare per festeggiare l’ultimo anno di Buffon è una spinta ancora maggiore, ma negli altri, da Dybala in poi potrebbe esserci un po’ di pancia piena o meglio ancora di tentativo di focalizzare le energie dove serve di più (ovvero verso la Champions, il vero grande obiettivo prima che molti partano o siano sostituiti). Capitasse questo, fra giocatori in partenza e altri da vendere, potrebbe esserci qualcuno che molli prima della fine. E poi c'è la voglia matta da parte degli azzurri di realizzare un'impresa storica, la prima dopo Maradona.

La Serie A in equilibrio

Questa è la situazione attuale, in grande sintesi e secondo un’idea generale di quello che in questo momento dice il campionato.  Pensare che fino a 10 anni fa giocare su campi come quello di Firenze, Roma, o anche sui campi delle provinciali era molto difficile, tanto da far accettare molto volentieri anche un pareggio, fa capire quanto è cambiato il calcio contemporaneo e quanto sarà sempre più difficile avere una serie A combattuta da molte squadre come succedeva una volta. Per adesso godiamoci lo scontro a due e speriamo che siano almeno sempre due le squadre a correre per lo scudetto.

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