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Napoli, i cinque motivi della rinascita di Insigne

Il ‘Magnifico’ si è confermato per assist e gol ai livelli della passata stagione ma sta cumulando più minuti giocati. Grazie alla sua crescita tattica anche Mertens e Callejon sono migliorati e se la squadra che non perde più lo deve anche ai suoi ripiegamenti senza possesso.
A cura di Alessio Pediglieri
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A San Siro per mezz'ora si è visto un Napoli da capogiro che ha schiantato il Milan con due gol in 10 minuti, sciorinando giocate da capogiro e un organico che ha rasentato la perfezione. Una piccola anticipazione di ciò che potrebbe essere nel tempo il Napoli di Sarri, oramai radicato in un progetto a lungo termine che ha delle basi ben precise. Come Lorenzo Insigne uscito ancora una volta dall'imbuto tattico che lo stava vedendo soccombere di fronte ad altre scelte del tecnico e qualità dei compagni. Eppure ‘il Magnifico' è riuscito a ritagliarsi ancora una volta uno spazio importante all'interno dello scacchiere partenopeo dove è tornato a segnare e a giocare con continuità.

Crescita tattica

L'esplosione di Dries Mertens passa anche dalla crescita tattica di Insigne. Se il belga da prima di Natale ad oggi appare costantemente nel tabellino dei migliori del Napoli lo deve anche al saper sacrificarsi alla causa collettiva di Insigne. Che ha imparato a ripiegare nei momenti di non possesso dando una mano al centrocampo, consentendo gli smarcamenti del compagno. E a riproporsi a ruoli invertiti come ha dimostrato il gran gol dell'1-0 al Milan.

Spirito di gruppo

Le qualità balistiche di Insigne non sono mai state messe in discussione, così come le sue qualità tecniche. Il ragazzo ha fondamentali da campione che  finalmente riesce a mettere a disposizione della squadra. Contro il Milan ci sono stati momenti di gran coralità e di palleggio tra lui Jorginho e Hamsik a conferma di una ritrovata e migliorata intesa. Tanto che senza un attaccante di ruolo, quando rientrerà Milik per Sarri ci sarà il dubbio amletico se rovinare il nuovo assetto tattico conquistato.

Capitano provetto

L'aver concluso la partita di Milano con la fascia al braccio ereditata da Marek Hamsik ha un significato che va oltre il semplice gesto. Insigne è finalmente inserito anima e corpo nel progetto che sente suo e che il Napoli vuole far sentire del giocatore. Oltre al gol, ha elargito assist, recuperi e quel pallonetto che Donnarumma ha visto passare pensando all'eurogol.

La squadra  a supporto

La squadra di Sarri si è fortificata nel tempo e oggi il gruppo aiuta Insigne: non perde da 10 giornate durante le quali ha ottenuto 7 vittorie e 3 pareggi, l’ultima sconfitta è del 29 ottobre allo Juventus Stadium. Poi, nelle ultime 7 gare, ha segnato 21 gol, con una media di 3 reti ogni 90 minuti. Questo rilancio in fatto di reti ha portato l’attacco del Napoli a quota 47 in 21 giornate: è la cifra record per la storia del club di De Laurentiis

Gol e assist, al top

I numeri parlano chiaro. Insigne quest'anno ha segnato già 6 reti e regalando 5 assist giocando 20 partite con la maglia del Napoli tra campionato e coppe. In perfetta media con l'anno scorso quando si fermò a quota 24 gol e 10 assist totali ma decisamente meglio dalle stagioni precedenti. Ma rispetto alla scorsa stagione ha giocato più partite, partecipando di più alla manovra della squadra e ‘obbligando' Sarri a non poter fare a meno di lui.

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