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Napoli, ecco il nuovo San Paolo: niente pista atletica e panchine all’inglese

Previsti importanti interventi in tutto l’impianto: terzo anello chiuso, nascerà il Museo del Napoli ma anche negozi e cinema. Costerà 30 milioni, possibile cambio nome in favore di uno sponsor come nel resto d’Europa.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Stadio San Paolo

Adesso c'è "soltanto" da mettere nero su bianco, poi il nuovo San Paolo potrà iniziare a diventare realtà. Ma tra il Comune ed il Calcio Napoli sembra essere tornato il sereno. Nella riunione di ieri a cui hanno partecipato Aurelio De Laurentiis ed il figlio Edoardo assieme ad un pool di ingegneri ed avvocati da una parte, il Capo di Gabinetto Attilio Auricchio, l'assessore allo sport Ciro Borriello e gli uffici dell'Avvocatura Municipale e degli Impianti Sportivi dall'altra, sembra esserci stata la fumata bianca per la ristrutturazione della Stadio San Paolo che finalmente verrà messo al passo coi tempi, proiettando il Napoli anche dal punto di vista delle strutture nell'élite del calcio europeo.

Lo stadio di Fuorigrotta verrà dunque completamente messo a nuovo: capienza ridotto attorno ai 42-45mila posti, eliminazione del terzo anello, che verrà ricoperto con materiale fonoassorbente, e della pista atletica che riduce (e di molto) la visibilità. La copertura verrà sostituita con una in tela che ridurrà le vibrazione e che sarà più leggera dell'80% rispetto a quella odierna in plexiglass. L'avvicinamento delle tribune al campo non sarà la sola novità all'inglese: anche le tradizionali panchine "spariranno", per essere inglobate nelle tribune come accade negli stadi della Premier League. Due i maxi schermi a led che verranno montati, 42 Sky Box, tribunette riservati agli abbonati vip e non solo: lo stadio verrà concepito come luogo di intrattenimento vero e proprio, e così ci sarà spazio per negozi, ristoranti, cinema e perfino un centro commerciale. All'esterno verrà creato un maxi parcheggio da diecimila posti auto, oltre ad essere ristrutturato e, finalmente, utilizzato anche quello interno già costruito per Italia '90.

Il tutto, riporta il Corriere del Mezzogiorno, verrebbe a costare circa 30 milioni di euro: una cifra che potrebbe essere almeno in parte recuperata attraverso la cessione dei diritti di denominazione (naming rights) ad uno sponsor, come accade ad esempio per l'Allianz Arena di Monaco di Baviera o l'Emirates Stadium di Londra. Adesso bisognerà trasformare il progetto in realtà: la palla passa alle due parti, che per ora sembrano aver trovato un positivo punto di partenza.

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