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Napoli, De Laurentiis: “Benitez può andar via se non ha pazienza per il nostro progetto”

Il presidente a ruota libera alla vigilia della finale di Supercoppa contro la Juventus ribadisce anche la volontà di non cedere il club. Siparietto al telefono con Benigni: “Ciao, mi chiedono se vieni a vedere la partita. Quando ti posso chiamare subito dopo le feste? Facciamo verso il 27, 28? C’avevo un’idea di cui ti volevo parlare”.
A cura di Marco Beltrami
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Sono ore di grande attesa in terra qatariota per Juventus e Napoli che domani 22 dicembre saranno impegnate nella finale di Supercoppa italiana. Mentre le due squadre lavorano per limare gli ultimi dettagli, gli esponenti delle società si concedono alla stampa. E' così anche Aurelio De Laurentiis si è intrattenuto con i cronisti affrontando numerosi temi sul suo Napoli. In primis il presidente azzurro si è reso protagonista di un curioso siparietto legato ad un'inaspettata telefonata, come riportato da La Stampa: "Scusate è Benigni, devo rispondere. Lo so che sei Roberto. Ciao, mi chiedono se vieni a vedere la partita. Quando ti posso chiamare subito dopo le feste? Facciamo verso il 27, 28? C’avevo un’idea di cui ti volevo parlare". Conclusa la telefonata il presidentissimo come un fiume in piena ha subito commentato le voci su una presunta sua volontà di cedere il Napoli: "Cedere agli sceicchi? Il club lo venderanno i miei figli quando sarò morto, se non saranno capaci di guidarlo e se lo riterranno opportuno".

De Laurentiis avverte Benitez

In conclusione un messaggio anche al suo tecnico Benitez che dovrà avere fiducia nei progetti di De Laurentiis: "Se non avrà pazienza ce ne faremo una ragione, anche il Chelsea è andato avanti dopo il suo addio. Se a lui questo progetto non convince per motivi che non mi riguardano può andare".

Il patron sfida la Juventus

Juventus-Napoli rappresenta da sempre una sfida dal sapore speciale per De Laurentiis che non pensa ai match del passato: "Contro la Juve è sempre stata una sfida che va al di là del calcio, sin dai tempi del Trofeo Moretti quando eravamo in C, un segno del destino il fatto che ci si debba incontrare. Con il presidente Agnelli siamo stati insieme al pranzo con l'ambasciatore italiano qui in Qatar e con lui ho rapporti molto cordiali. Bianconeri favoriti? Io me la gioco, guardo il cammino molto lungo, il passato non mi interessa e non lo guardo".

Il calcio italiano da rinnovare

Il calcio in Italia deve seguire un modello di gestione aziendale. Ne è consapevole il presidente De Laurentiis che riserva una stilettata all'ex ministro dello Sport, Melandri: "Quando sono entrato nel calcio c'erano cose che non mi piacevano. Il ministro dell'epoca non capiva nulla di calcio, dovremmo avre la capacità di essere noi stessi in autonomia, il calcio italiano non ha potere decisionale. Questo purtroppo è il Paese dei brogli, il broglio vive sovrano. Non voglio mandare in tilt l'equilibrio economico del mio club e  dovrò trovare il modo di trovare altri 150 milioni all'anno e aumentare il fatturato per essere competitivo a tutti i livelli. Giocatori da 8 o 10 milioni all'anno di ingaggio sono fuori dai nostri parametri, e la gente ha totale ignoranza della gestione finanziaria. Devo capire come far funzionare lo stadio, magari anche sganciandomi dal comune, non sparo sulla croce rossa, e come coinvolgere milioni di tifosi. Azionariato popolare? Sto studiando. Vorrei 150 mila persone disposte a mettere fondi".

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