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Napoli, collaudo positivo con l’Atletico ma mancano un centrale e un portiere

La gara con l’Atletico Madrid ha messo in evidenza i soliti pregi ed i consueti difetti della compagine azzurra: perfetta in fase offensiva e deficitaria invece nella gestione del risultato e sulle palle inattive. Al top Callejon e Ghoulam, da rivedere Milik, avulso dal gioco, e l’incerto Reina.
A cura di Salvatore Parente
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Il Napoli non riesce a superare l’esperto, tignoso e pugnace Atletico Madrid di Simeone perdendo, malgrado il vantaggio iniziale di Callejon, alla fine della contesa, per 2-1. Un risultato che non boccia assolutamente il club partenopeo, protagonista del solito calcio spumeggiante rigorosamente palla a terra ma che, allo stesso tempo, apre degli interrogativi importanti sul mercato.

Visti i tanti tentativi di mister Sarri di limitare le lacune difensive mostrate più e più volte dai suoi, infatti, la soluzione, invece che dal lavoro intenso e dagli allenamenti (che hanno finora portato scarsi miglioramenti), potrebbe arrivare in sede di campagna acquisti con un mese di agosto tutto speso a sopperire alle mancanze in fase, quella sì più complessa, di non possesso.

Mercato, la perfezione passa da un restyling difensivo

Al netto della buona prova corale degli azzurri all’Allianz Arena, la gara con l’Atletico Madrid ha chiarito, a livelli altissimi dopo le discrete ma non di certo performanti amichevoli precedenti, che qualcosa sul mercato andrebbe fatto. E sì perché il Napoli gioca, inventa, tesse gioco, ricama calcio e finalizza con successo mostrando grande padronanza nel palleggio e forza mista a qualità dal centrocampo all’attacco. Appena calano questi reparti ma anche le forze e, di conseguenza, la concentrazione emergono le solite lacune, le solite pecche. I gol di Torres e di Vietto come esempio, manifesto ideologico di tutto ciò.  E così, con un Reina che ora salva la rete ed ora sembra impreparato a bloccare le temibili conclusioni avversarie, con sullo sfondo un rinnovo che tarda ancora ad arrivare, ed un Tonelli sul piede di partenza appare ormai evidente che, lì nel mezzo, qualcosa ancora manca. Per evitare la più classica delle stagioni deludenti e non guastare un giocattolo che, per il resto, sembra un orologio quasi perfetto un restyling, un piccolo maquillage, in questi specifici ruoli, in vista del preliminare di Champions League, appare ormai non più rinviabile.

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Top e Flop di Napoli-Atletico Madrid

Stakanovista, tuttofare, imprescindibile, in pratica: José Maria Callejon

Corre, scatta, detta il passaggio, difende, si smarca col movimento a “ombrello” (classico slancio per evitare il fuorigioco) e, come non bastasse, segna, e pure tanto. Parliamo, ma questo ormai è arcinoto, di Josè Maria Callejon. Lo spagnolo, infatti, anche all’alba di questa nuova annata, la quarta con indosso i colori azzurri, anche con l’Atletico Madrid è stato fra i migliori con una prestazione, al di là del gol, giunto peraltro con una fantastica girata al volo di destro, semplicemente sontuosa. Grinta, esperienza, classe e qualità da vendere come armi che lo renderanno probabilmente immune alla voglia del giovane Ounas di strappargli una maglia da titolare: Callejon, lo stakanovista del Napoli, è ancora una volta pronto a caricarsi la squadra sulle spalle.

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Ghoulam freccia inarrestabile della corsia mancina

Rinnovo o no, di smettere di correre, sovrapporsi e crossare Ghoulam non ne vuol sentir parlare. Assistman nella gara coi Colchoneros in occasione della rete di Callejon, l’algerino sembra essere un elemento, al netto dell’arrivo di Mario Rui, imprescindibile per il Napoli che, proprio sulla prediletta mancina, sviluppa la maggior parte della sua enorme mole di gioco. Mole di gioco vista anche contro i madrileni e che ha avuto come artefice principale, coprotagonista d’antan e regista da Oscar proprio Ghoulam che sgroppa sulla corsia sinistra con la determinazione di chi ha qualcosa da dimostrare e da vincere.

Magia sulla sinistra, Insigne al top

Fra i più positivi della sfida inaugurale dell’Audi Cup azzurra troviamo anche il #10 virtuale Lorenzo Insigne. L’esterno offensivo napoletano, infatti, pur non essendo riuscito a trovare la via del gol ha messo in mostra tutte le sue doti con diversi dribbling, tante idee interessanti, tagli al millimetro e quel solito tiro, a giro, quello dei grandi in stile Baggio o Del Piero, come freccia nella sua sterminata faretra. Anche lui, come i predetti compagni di squadra sembra prontissimo a ricominciare, a segnare, far gioire il pubblico del San Paolo e prendersi il proscenio azzurro: i mezzi e le premesse ci sono tutte.

Jorginho quanti errori in impostazione

In regia, il nome fra i titolari è indubbiamente, in attesa della definitiva consacrazione di Diawara, di Jorginho. Eppure la maglia da titolare avuta contro l’Atletico Madrid non ha sortito buoni effetti all’ex Verona che, per usare un eufemismo, non è stato fra i migliori. Troppe, infatti, sono state le giocate sbagliate dal numero #8 che, in più, ha aggiunto una fase di interdizione non proprio ai soliti livelli. Prestazioni che ci stanno ad inizio stagione ma che se reiterate potrebbero far suonare qualche campanello d’allarme per mister Sarri.

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Milik corpo estraneo del gioco azzurro

Nel novero dei flop o meglio di quelli da cui ci si attende di sicuro qualcosa in più, troviamo il polacco Milik. Al di là del rigore clamorosamente fallito, al cospetto dell’ottimo Oblak, il numero #99 azzurro è rimasto spesso ai margini del gioco azzurro con tante, troppe occasioni nelle quali è stato tagliato fuori dal consueto gioco palla a terra. Non che l’ex Ajax non sia in possesso di grandi mezzi tecnici ma l’abitudine dell’undici di giocare col folletto Mertens davanti sembrano penalizzare il panzer mancino non sfruttato a dovere. Niente paura però, i tempi dei bilanci definitivi è ancora di là da venire.

Reina ancora troppo incerto

Eroe della prima frazione di gioco e uomo sul banco degli imputati nella ripresa. Un calciatore senza mezze misure chiamato Reina. E sì perché se allo spagnolo va il merito di aver bloccato Griezmann prima e Gaitan poi al 24’ del primo tempo è sempre a lui che va ascritta l’incertezza che ha garantito l’1-1 a Torres. Un portiere amato, stimato ma che ormai da troppo tempo, poco sereno per questioni contrattuali, viaggia sul pericoloso binario, sul vertiginoso dilemma fra affidabilità ed errore.

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