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Napoli, Baldini offende i tifosi azzurri ma poi fa marcia indietro

Il tecnico Baldini rilascia dichiarazioni poco lusinghiere sui napoletani al programma “Che DomenicA”.
A cura di Francesco Ferrara
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NAPOLI, BALDINI OFFENDE I TIFOSI MA POI FA MARCIA INDIETRO

Domenica 6 Febbraio, nel corsa della trasmissione "Che DomenicA" su SportItalia, Silvio Baldini, allenatore, ha detto alcune frasi piuttosto infelici nei confronti dei napoletani e della loro passione per il calcio e per il Napoli. "C'è molta più pressione a Napoli che a Milano– esordisce il tecnico- perchè nella città partenopea il calcio è una risorsa. Mentre a Milano la maggior parte dei tifosi va anche a lavorare".

Prima uscita decisamente infelice per Baldini. I lavoratori esistono a Milano come esistono anche a Napoli. Infatti il conduttore Michele Criscitiello stoppa il tecnico affermando: "Anche a Napoli vanno a lavorare, non vanno mica a passeggio". Ma Baldini continua: "La maggior parte dei tifosi napoletani non va a lavorare, credo che abbiano problemi a trovare lavoro al Sud".

A questo punto Criscitiello, visibilmente spazientito, sbotta: "I tifoso sono malati del Napoli ma mi sembra abbastanza offensivo dire che non vanno a lavorare". Baldini tenta poi di fare retromarcia, cercando di spiegare le sue motivazioni: "A Napoli non vanno a lavorare perchè non ce n'è di lavoro, non perchè non hanno voglia. Devono inventarselo, e vivono la passione del calcio in maniera viscerale, quindi c'è una pressione maggiore che a Milano".

In un certo senso Baldini usando una metafora calcistica si salva in angolo dopo aver rischiato un clamoroso autogol. Che a Napoli manchi il lavoro e che il tasso di disoccupazione sia altissimo non c'è dubbio. Che i tifosi partenopei amano la loro squadra in maniera viscerale è altrettanto vero. Lo dimostra il fatto che quasi 6.000 tifosi andranno all'Olimpico per Roma-Napoli e che i biglietti per Napoli-Villarreal vanno già a ruba.

Ma il fatto di avere o meno un lavoro non può essere una discriminante per l'essere tifosi. La fede per la propria squadra c'è a prescindere che si lavori o che si sia disoccupati. Il calcio, mai come in una città come Napoli, unisce. Allo stadio si mischiano diversi ceti sociali, dagli avvocati ai muratori, dai dottori agli operai. Insomma il san Paolo si trasforma in una vera grande famiglia, come dice Nino D'Angelo in una sua famosissa canzone, a dimostrazione che la passione per il Napoli esiste a prescindere dalla propria occupazione e del proprio status sociale.

Caro Baldini, Napoli è una città che nonostante sia attanagliata da tanti problemi prova a camminare sempre a testa alta. Napoli è una città abituata a soffrire, ma che sa lavorare e tifare allo stesso tempo perchè nel capoluogo partenopeo si è abituati a mangiare pane e pallone.

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