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Nainggolan: “Il tweet di De Laurentiis non l’ho capito”

Il centrocampista del Cagliari torna sull’episodio: “Leggevo di un interesse del Napoli nei miei confronti e mi faceva piacere, poi ti trovi questa frase e ti rendi conto che forse questo interesse non c’era”. E sul futuro dice: “Qui ho la mia famiglia, i miei amici, sono orgoglioso di giocare nel Cagliari perché quest’anno abbiamo fatto un miracolo”
A cura di Maurizio De Santis
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Quel tweet postato da De Laurentiis subito dopo il successo contro il Cagliari ("Questa vittoria la dedico a Cellino, Astori e Nainggolan"), un po' c'è rimasto male e un po' non l'ha capito. Il centrocampista rossoblu, Radja Nainggolan, ai microfoni di Radio Sportiva torna sulla vicenda e chiarisce anche il fantomatico labiale di Behrami, interpretato come fosse una raccomandazione fatta al ‘prossimo' compagno di squadra. "Sul dialogo con Behrami si sono dette sciocchezze: Valon, che conosco da tempo perché siamo assistiti dallo stesso procuratore, mi ha detto solo che io non devo fare questi gesti, per il mio bene, perché avevo ricevuto un calcio da qualcuno. Non ha fatto nessun riferimento al mio possibile futuro al Napoli. Il tweet di De Laurentiis, invece, non si capisce se era una presa in giro o un complimento, perché sono troppe poche parole. Certo, un po' me la sono presa. Avrei voluto vedere cosa avrebbe scritto se Insigne non avesse segnato al 94′. A ogni modo, non sono offeso: il problema è solo che leggevo di un interesse del Napoli nei miei confronti e mi faceva piacere, poi ti trovi questa frase e ti rendi conto che forse questo interesse non c'era…". Il centrocampista del Cagliari, finito sotto i riflettori di club italiani (Juve e Inter) ed esteri (soprattutto in Premier), parla anche del suo futuro.

E' presto per parlare di mercato. Qui ho la mia famiglia, i miei amici, sono orgoglioso di giocare nel Cagliari perché quest'anno abbiamo fatto un miracolo. Penso che con la concentrazione del girone di ritorno, potevamo fare tutto un altro campionato. Dipenderà molto da come si svilupperanno le varie vicende dello stadio e del presidente Cellino.

A gennaio poteva addirittura trasferirsi in Russia.

C'erano un paio di proposte, soprattutto a gennaio, ma non mi volevo spostare, perché mi dispiaceva lasciare a metà strada la squadra in difficoltà.

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