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Nainggolan a cuore aperto: “Devo tutto a mia madre. Mio padre? Mi ha chiesto solo soldi”

Dopo l’esclusione al Mondiale di Russia 2018, il ninja si è raccontato in esclusiva alla tv belga ricordando l’infanzia terribile e un comportamento per molti sopra le righe: “Vivo giorno per giorno, mi alleno, sono un professionista ma amo anche i miei figli. Non devo rispondere a nessuno e a fine carriera non voglio più saperne del calcio”
A cura di Alessio Pediglieri
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Radja Nainggolan non giocherà il Mondiale con la maglia del Belgio e questo è stato lo smacco più grande a livello sportivo del centrocampista belga in forza alla Roma. Tanto che ha deciso di lasciare la Nazionale e non pensarci più. Ma a livello personale e privato sono altri i drammi che il ‘ninja' ha dovuto affrontare e superare nel corso della sua vita. Come i problemi familiari che ne hanno costellato la giovane età.

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La delusione Mondiale

Il tutto è raccontato  in una lunghissima esclusiva intervista alla televisione belga in cui Nainggolan apre il libro dei ricordi. Partendo proprio dalla delusione della mancata convocazione in Russia. Successiva a quella del 2014, quando i Mondiali erano in Brasile. Anche allora, la nazionale fece a meno di lui, così come oggi, Lasciando un vuoto professionale difficilmente colmabile: Non andarci è un colpo davvero duro per me, perché ne ho già saltato uno

 io vivo giorno per giorno. E ogni giorno può essere il migliore della mia vita. Sono un professionista, mi alleno e lavoro duramente. Sono anche un papà che porta i figli a scuola la mattina

L'infanzia difficile

Uno stile di vita che mal si pone all'interno del mondo del calcio ("Quando smetterò non vorrò più avere a che fare con questo mondo pieno di leccaculo") ma che è figlio di una infanzia dura, ricca di sofferenza e privazioni: "Mia mamma ci ha cresciuti da sola, a volte mangiavamo per settimane le stesse cose e restavamo senza elettricità anche per un mese interno. Mio padre? Ci ha abbandonati, quando sono andato in Indonesia per dargli una nuova possibilità, mi ha chiesto dei soldi".

Vita dura che si è ripercossa nel carattere, sia in campo che nella vita, dove Nainggolan non guarda in faccia nessuno, pagando in prima persona le conseguenze delle proprie scelte (come la convocazione mondiale): "Sono un professionista, mi sono sempre allenato e ho lavorato duramente per arrivare dove sono. Ma sono anche un papà che porta i figli a scuola la mattina e che vive con serenità".

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