Nadales, il difensore koala del Cuartes

Holly e Benji, Shingo Tamai e i Superboys a confronto erano semplici saltimbanchi, dilettanti allo sbaraglio. La mossa del koala di Daniel Nadales batte anche le azioni acrobatiche dei cartoni animati divenuti un ‘must' per la generazioni di ragazzi cresciuti a pane e pallone anche davanti alla tv. Il calciatore-trapezista è spagnolo, gioca nel Cuartes (società della terza divisione iberica) ed è divenuto una star dei social network proprio per quella furbata messa in atto nella gara di campionato contro il Teruel. Cosa ha fatto? Ha scelto un modo molto particolare di marcare il palo, come si dice in gergo quando s'è chiamati a piazzarsi su calcio d'angolo battuto da avversari. Nadales vi si è arrampicato, restando abbarbicato e pronto a spiccare un balzo per anticipare tutti e liberare la propria area di rigore. "Perché mi sono comportato così? Semplice – ha ammesso Nadales, centrale difensivo -, loro avevano calciatori più alti di noi e io volevo saltare più in alto di tutti. Ho pensato che non ci fosse nulla di male, non sapevo d'aver commesso qualcosa d'irregolare e sanzionabile dall'arbitro. E poi nessuno se n'è accorto… né l'arbitro e nemmeno gli avversari".
Perché secondo il regolamento la ‘mossa del koala' è considerata irregolare? Aggrapparsi a pali e traverse viene reputato come condotta antisportiva, tanto più se un gesto del genere impedisce a un avversario di segnare, battere a rete. Il direttore di gara – che nell'occasione non ha preso provvedimenti di alcun tipo – può punire il calciatore autore della prodezza con una semplice ammonizione o, addirittura, estraendo il cartellino rosso. Com'è finita la partita? Col risultato di 3-1 per il Teruel che, per nulla impressionato dalle ‘acrobazie' difensive degli avversari del Cuartes, ha fatto valere la dura legge del gol.