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Multe per eccesso di velocità, la Toyota fa causa a Lotito

Il presidente della Lazio citato in tribunale dalla Casa giapponese. La replica dei legali: “Si tratta di ammende maturate per necessità di scorta e andava inoltrata istanza al prefetto per farle annullare. L’autista ha lo status di guardia pubblica e aveva quindi la possibilità di infrangere quei limiti di velocità”
A cura di Maurizio De Santis
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La Toyota Italia fa causa a Claudio Lotito. La Casa automobilistica è decisa a portare in tribunale il presidente della Lazio per chiedere un risarcimento di 70mila euro. Somma che l'azienda imputa al massimo dirigente capitolino a causa delle multe per in eccesso di velocità prese dalla vettura concessa in comodato d'uso e intestata all'autista del dirigente. I rilevamenti degli autovelox hanno documentato le infrazioni, tutte regolarmente risolte versando le cifre delle ammende elevate, e adesso dall'ufficio legale della Toyota presentano il conto: è partita l'istanza nei confronti del numero uno biancoceleste per quelle sanzioni amministrative gravate anche dalla mora perché inizialmente ignorate. La prima udienza è stata fissata nei prossimi giorni ma, a giudicare dalla posizione della controparte (il presidente), appare difficile che si possa arrivare a una mediazione.

La tesi difensiva: "Maturate per necessità di scorta"

La replica è stata molto secca e chiara: Lotito non ha alcuna intenzione di pagare quella cifra, né si ritiene responsabile per quelle contravvenzioni. Anzi, secondo la linea esposta dai suoi legali, quelle multe "maturate per necessità di scorta" non avevano alcuna efficacia, dovevano essere contestate e non saldate. "La Toyota – come si legge su Il Tempo che riporta le dichiarazioni dell'avvocato del presidente, Gentile – non ha inoltrato istanza al prefetto per farle annullare. Il Polce (ovvero, l’autista di Lotito) beneficia dello status di guardia pubblica e aveva quindi la possibilità di infrangere quei limiti di velocità". Dunque, in base alla tesi difensiva adottata dal legale la Toyota, prima di pagare quelle sanzioni, avrebbe dovuto verificarne l'effettiva legittimità. Come andrà a finire? Toccherà al giudice dirimere la questione su quel conto molto salato che la Casa giapponese ora ha girato al massimo dirigente capitolino.

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