Moviola in Roma-Cagliari, perché il gol di Fazio col VAR è regolare
Il gol di Fazio al 95° ha regalato alla Roma una vittoria importante per la classifica. Cagliari battuto all'ultimo assalto grazie alla rete dell'argentino che s'è catapultato verso la porta deviando di braccio la palla. Esultanza legittima, stadio che applaude poi d'improvviso cala il silenzio e quel boato di gioia dell'Olimpico si trasforma in brusio di protesta e apprensione. Il direttore di gara, Damato, lascia l'urlo strozzato in gola ai tifosi e ai calciatori: c'è qualcosa che non convince nella dinamica dell'azione e allora decide di consultare il VAR, affidando alla moviola in campo il destino del match.
Cosa è successo in quel finale thrilling
La Roma è alla ricerca del gol vittoria, il Cagliari sta difendendo il pareggio (0-0) nel lungo recupero concesso sia per il VAR in occasione del rigore fallito da Perotti sia per l'infortunio capitato a Barella. Kolarov batte una punizione carica d'effetto verso l'area dei sardi: Cragno, protagonista della serata per il penalty parato, respinge centralmente con i pugni, Van der Wiel tiene in gioco tutti i giocatori della Roma che altrimenti sarebbero in offside.
Perché il gol di Fazio è regolare
Il difensore argentino è proteso verso la porta, ha il braccio sinistro attaccato al corpo e sta correndo verso il pallone: colpisce la sfera anche con il braccio ma l’impatto è involontario come testimonia il movimento giudicato congruo rispetto al resto del corpo. Giusto, quindi, convalidare la rete della vittoria
Giusto anche il rigore su Dzeko col VAR
L’altro ricorso alla moviola è accaduto al 4° del secondo tempo: Dzeko arriva in anticipo su Cragno e va a terra. Il bosniaco viene ammonito per simulazione ma, dopo aver rivisto le immagini, l'arbitro decide di assegnare il penalty, poi sbagliato da Perotti. Cragno si riscatta alla sua maniera deviando il tiro dal dischetto: nell'episodio che ha portato al penalty non va diretto sull’attaccante ma avrebbe potuto togliere il braccio destro per evitare ogni dubbio.