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Mourinho: “Voglio restare al Chelsea per 12 anni e poi allenare una Nazionale”

Il tecnico dopo l’esperienza ai Blues vorrebbe allenare Inghilterra o Portogallo.
A cura di Marco Beltrami
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Josè Mourinho e il Chelsea sperano di regalare delle festività natalizie serene ai propri tifosi. I Blues saranno impegnati questa sera nel Monday night della 17° giornata della Premier League in casa dell’Arsenal. Un derby che in caso di vittoria permetterebbe a Lampard e company di conquistare la vetta della classifica. Occhi puntati su Mourinho e sulla classica conferenza stampa della vigilia. Lo Special One, mai banale, ha fatto il punto sulla sua situazione contrattuale, dichiarando di voler rimanere al Chelsea per 12 anni per poi guidare una Nazionale: "Ho un contratto di quattro anni  realisticamente, spero di potermi sedere al tavolo con la società al termine di questo ciclo e di fare il punto, se siamo felici o no di andare avanti insieme: per me, dico 12 anni. Ho 51 anni ora, posso arrivare fino a 62 sulla panchina di un club. Poi, mi rimarrebbero due stagioni da dedicare a una nazionale per un Mondiale: il Portogallo è la prima scelta, poi viene l'Inghilterra".

L’allenatore portoghese è tornato poi sul suo recente passato, spiegando di aver scelto di lasciare Madrid per una sfida tutt’altro che semplice alla corte di Abramovich: “Ci sono stati diversi club che si sono offerti a me, e che nelle mie mani sarebbero stati subito vincenti: avevo il Real Madrid, sono stato io a lasciare loro e non il contrario. Venire al Chelsea non è stata una scelta economica, fosse stato per quello non sarei dovuto venire, e a Madrid avevo altri tre anni. Non sono venuto qui perchè c'era un lavoro facile, una squadra già pronta a vincere il titolo, o per il miglior contratto della mia vita: anzi, è il peggiore dei miei ultimi sei anni. Ma amo questo club, ha un progetto diverso ed è quello che mi piace".

In conclusione una battuta sulla filosofia inglese con la maggiore fiducia nei manager per un lavoro a lunga scadenza senza il timore dell’esonero facile: “Il modo migliore per far andare un club è dargli stabilità: per far crescere i giocatori nelle idee, nella filosofia, nello stile del gioco. Guardate il Manchester United, dopo Ferguson ora tutti hanno fiducia nel lavoro di Moyes: è fantastico".

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