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Mourinho, Guardiola? No, lo ‘special one’ in Europa adesso è Allegri

Le ‘due torri’ di Manchester non riescono a vincere nonostante grandi investimenti. Klopp, Simeone e Ancelotti fanno meglio ma non sfondano. La novità nel panorama calcistico continentale è il tecnico della Juve: nella sua ‘rivoluzione’ tattica Mandzukic è divenuto un esterno e la squadra può essere la rivelazione di questa Champions.
A cura di Jvan Sica
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I grandi riferimenti tecnici dell’ultimo decennio in Europa mostrano crepe. Guardiola non riesce a trovare la quadra giusta con il suo Manchester City. Il gioco del Barcellona aveva interpreti di una qualità tecnica di base troppo elevata per poterlo riprodurre alla lettera anche in Inghilterra. Veder giocare Zabaleta lì dove in blaugrana giocava Iniesta spiega in estrema sintesi quello che Guardiola non potrà trasferire nella sua nuova squadra.

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Pep e Mou in difficoltà

Grande rivale di Guardiola in questi anni, Mourinho nel Manchester United vuole costruire una squadra di superuomini, affidando più alla loro forza che alle sue idee le fortune della squadra. In campionato passa da prestazioni sopra le righe a partite sottotono, mentre in Europa può solo perdere un’Europa League che per roster disponibile deve vincere a mani basse.

Da Klopp ad Ancelotti, quando non bastano solo i campioni

I terzi incomodi di questi anni sono stati; Klopp, perfetto nel tradurre in salsa inglese ‘gegenpressing' del Borussia Dortmund grazie a Sané, Firmino e Coutinho che si esaltano nelle ripartenze del Liverpool, mentre è molto meno perfetto nella fase difensiva, in special modo nelle catene laterali; Simeone il quale riesce ancora una volta a fare le nozze con i fichi secchi del suo Atletico Madrid, anche se in Spagna non riuscirà a scalfire il dominio di Real e Barcellona. Ancelotti cerca di gestire alla meglio i suoi campioni, mentre Zidane sembra ancora uno di loro, normalizzando il più possibile una situazione sempre estrema come quella al Real Madrid.

Le sfide di Conte e Allegri

Restano solo altri due allenatori che stanno dicendo qualcosa di nuovo e di vincente in Europa: Antonio Conte, alla prova europea il prossimo anno con il suo Chelsea quasi sicuramente campione d’Inghilterra, e Massimiliano Allegri, l’allenatore che può puntare al massimo con la sua squadra. Dopo la prova di Torino contro il Barcellona, Allegri si candida a migliore allenatore europeo con la forza dei numeri ma soprattutto grazie alla forza di idee che riprendono le intuizioni degli allenatori citati in precedenza, modificandone i contorni per adattare il tutto alla situazione italiana.

Così la Juve va al Max

Il lavoro che i due terzini titolari, Dani Alves e Alex Sandro fanno, viene direttamente dal Barcellona di Guardiola, dove inoltre Dani Alves era un perno fondamentale, stemperandone però la furia offensiva e dando compiti difensivi chiari ai due brasiliani. A centrocampo il duo Khedira-Pjanic ricalca per classe e peso specifico nella squadra l’accoppiata madrilena Kroos-Modric. I due juventini però riescono a reggere gli attacchi avversari senza il necessario utilizzo di un mediano metodista come Casemiro.

Mandzukic, jolly bianconero

Il colpo di genio di Allegri però è nato poche settimane fa, scegliendo di far giocare tutti i suoi migliori uomini offensivi. Chi avrebbe mai pensato che Mandzukic avrebbe giocato così bene in fascia, oppure che Cuadrado sarebbe riuscito a fare con totale competenza la doppia fase? Martedì sono stati proprio loro due a servire Dybala per la sua doppietta e a essere decisivi per neutralizzare il giro palla degli azulgrana. I due ricordano l’Eto’o del triplete nerazzurro, uomo più che decisivo per tutte le vittorie di quell’anno.

Il ritorno di Coppa a Barcellona è la prova del 9

Allegri è riuscito a creare un'alchimia unica e per adesso senza falle. Il ritorno al Camp Nou sarà un'altra prova del nove a cui però Allegri arriverà anche con un elemento in più: la quasi certezza di essere l'avanguardia tecnica in un'Europa del pallone senza nuove e grandi idee.

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