Mourinho: “No al PSG. Casillas? Il passato non conta”

Dal caso Casillas allo stillicidio di una classifica che vede il Real Madrid lontano anni luce dai "marziani" del Barça e con i rivali dell'Atletico che lo guardano dall'alto verso il basso. L'avventura di José Mourinho con i blancos è tutt'altro che galattica. Non fosse per la Champions, il tecnico portoghese potrebbe già fare i bagagli perché, di questo passo, la sua permanenza sulla panchina delle merengues non passerà certo alla storia per la ricchezza dei risultati.
Iker, spina nel fianco. Il portiere è stato escluso nell'ultima partita persa contro il Malaga
Non capisco perché Casillas debba essere un monumento. L'allenatore del Real Madrid deve fare sempre la cosa migliore per la squadra, non c'entrano niente né il coraggio né i monumenti. E' una cosa assolutamente normale. Preferisco la gente che ha voglia di fare domani indipendentemente da quello che ha fatto nel passato – ribadisce ai microfoni di Sky.
Lo Special One si sofferma anche sulle critiche, durissime, ricevute.
Queste ultime settimane a Madrid sono state molto importanti per me, come allenatore sono ancora giovane e ho bisogno di imparare. Se sento di nuovo il rumore dei nemici? Non vedo questa prospettiva, ho sempre detto che mi piace il rumore dei nemici perché è importante per unire di più e per trovare le motivazioni insieme. Ma il Real Madrid è un club un po' speciale, così come la stampa spagnola, per questo dico che è un'esperienza importante. Ad ogni modo ho la maturità e l'esperienza sufficiente per vivere tutto questo senza entrare in depressione.
Parigi no, la Premier sì. Non ora, però.
Lasciare il Real Madrid per il Paris Saint-Germain? Penso di no, l'allenatore del Psg è bravo e penso che vincerà il campionato. Mi auguro che sia così, mi piace Carlo Ancelotti e spero che possa essere felice per tanto tempo a Parigi. So che fra me e l'Inghilterra esiste un'empatia molto grande, ma in questo momento penso solo al Real Madrid.