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Morto Giuseppe Pacileo, storico giornalista napoletano

Storica firma de Il Mattino e del giornalismo napoletano, Giuseppe Pacileo è morto all’età di 84 anni. E’ ricordato anche per il voto negativo (3.5) inflitto a Maradona dopo la gara Udinese-Napoli terminata 2-2.
A cura di Maurizio De Santis
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Giuseppe Pacileo è morto all'età di 84 anni. Ammalato da tempo, la storica firma del giornalismo napoletano e de Il Mattino, che per quasi 50 anni ha raccontato le vicende dei partenopei, viene ancora oggi ricordata (anche) per quel brutto voto in pagella (3.5) inflitto a Diego Armando Maradona dopo la partita Udinese-Napoli conclusa 2-2. Pacileo, però, è stato molto altro perché ha rappresentato un caposaldo, un'icona, un esempio per quanti amavano che lo sport e il calcio venissero raccontati tra le righe dei giornali da penne raffinate e professionalmente valide, spinte unicamente dalla passione per il giornalismo e la scrittura. Altra pasta, altri tempi. Nella giornata di domani la salma di Giuseppe Pacileo sarà presso la cappella dell'Ospedale ‘Cardarelli' di Napoli e martedì verrà cremata. Di seguito l'articolo sull'ex Pibe de Oro scritto e pubblicato su www.riccardocassero.it.

Pacileo e l'articolo del 3.5 in pagella a Maradona

Accadde in quel di Udine, sala stampa dello stadio "Friuli", che Franco Melli – allora inviato itinerante per il Corriere della Sera – si mettesse a sbirciare i servizi degli altri inviati. Non seguiva sempre la stessa squadra, e allora cercava conforto alle proprie valutazioni. Sbirciò anche la mia "pagella"; e spiccò un salto. L'indomani sul Corriere, ben evidenziata in un riquadro, apparve la notizia che, nientepopodimeno! un giornalista napoletano aveva affibbiato un 3,5 all'eminentissimo don Diego Maradona. A quei tempi – e temo anche oggi – si usava concedere almeno il 6 di stima ai grandi giocatori, magari nel timore che la volta successiva sfoderassero tutto il loro talento facendoti così finire sulla groppa di un maiale.

Ecco come l' "evento" ebbe immediata risonanza nazionale. Il sottoscritto venne subissato di telefonate richiedenti il perché e il percome, nonché inviti a comparsate in varie televisioni. Parlai soltanto con un caro amico, Rosario Pastore, della Gazzetta dello Sport, spiegandogli banalmente che, partendo dal 2 di base, avevo aggiunto mezzo punto per la trasformazione del rigore ed un punto per il passaggio-gol. Altro per quasi tutta la partita il bravo Tiechìte non aveva prodotto, e questo mi era sembrato molto grave per un raro fuoriclasse, nonché capitano della squadra e idolo di una intera città.

Il lunedì sera mi recai negli studi di Canale 34 per la trasmissione "Number One", come di consueto. Inopinatamente e casualmente prima della trasmissione vi incontrai Maradona. Costui, con volto corrucciato, mi apostrofò chiedendomi conto e ragione: "Non me importa tanto del voto, ma che le racconto alle mie figlie se me domandano di che cosa me devo vergognare? Io non me devo vergognare de niente!" e, appallottolato il foglio incriminato del Mattino, me lo lanciò contro. "Senza colpire", come scriverebbe il giudice sportivo.

La partecipazione del divo mi era stata accuratamente tenuta nascosta, per cui decisi di affibbiare all'emittente un anno di squalifica, e cominciando da quella sera scomparvi dai suoi schermi. Piovvero ogni sorta di supposizioni, come minimo: "Maradona ‘a vattuto a Ppacileo!". Pacileo invece, benché non "vattuto", aveva ritenuto opportuno evitare confronti in video sgradevoli che potevano anche scendere sotto il livello dell'accettabile. Pacileo si recò invece da Pasquale Nonno, allora direttore del Mattino, chiedendogli un mutamento di incarico; giacché ogni sua valutazione successiva di Maradona sarebbe stata dai più considerata con sospetto: quello che in gergo giuridico si chiama legittima suspicione. Nonno rispose picche: "Non puoi ritirarti e dargliela vinta". Siccome il direttore era lui non mi rimase che continuare. Non molto tempo dopo il buon Tièche avrebbe dovuto vergognarsi di essere stato arrestato, a Buenos Aires, a casa sua, sempre per fatti di droga. Chissà che cosa avrà detto in quella occasione alle figlie…

 Giuseppe Pacileo

N. B. La settimana prima della partita di Udine l'Italia aveva giocato a Cagliari contro l'Argentina, che ovviamente schierava Maradona. Era finita 0-0 e la prestazione del "nostro" era stata da me valutata esattamente 3,5 (evidentemente era un periodo molto "polveroso".). Quella volta però non se ne era accorto quasi nessuno.

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