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Moras lascia il ritiro del Verona, condizioni del fratello in peggioramento?

Il greco che nello scorso anno donò il midollo al fratello malato di leucemia ha lasciato il ritiro della squadra di Mandorlini. Una scelta dovuta forse alla necessità di stare vicino a Dimitris.
A cura di Marco Beltrami
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Fulmine a ciel sereno in casa Verona. Attraverso un comunicato divulgato anche attraverso Twitter, la società ha reso noto che Vangelis Moras ha lasciato il ritiro della squadra di Mandorlini in pieno accordo con il club. Immediatamente è partito un tam tam mediatico alimentato anche da alcune risposte al twwet del club gialloblu che fanno intendere che l'allontanamento di Moras è legato alla necessità di stare vicino al fratello malato da tempo di Leucemia. In particolare il giornalista di Sky Gianluca di Marzio ha confermato questa ipotesi, gettando nello sconforto il popolo della rete. Indimenticabile infatti quanto accaduto quasi un anno fa quanto Dimitris Moras si era sottoposto all'indispensabile trapianto di midollo, donatogli proprio dal poderoso centrale dell'Hellas, che in quell'occasione volle sensibilizzare tutti alle donazioni per alimentare la ricerca. Da lì si scatenò la campagna #SaveMoras che vide protagonisti sui social network tifosi e addetti ai lavori. Il peggio sembrava essere passato anche se lo stesso Moras dichiarò: "Ora mio fratello rimarrà in Australia per un anno, speriamo di vederlo tornare. Ho ricevuto tanti messaggi di solidarietà, anche da persone afflitte dalla stessa malattia. Devono capire che tutto parte da loro e non da noi, che vediamo la situazione da dietro le quinte. Sono persone che devono stare bene, non mollare mai perché sono loro a darci la forza, e non viceversa".

Nelle ultime settimane inoltre Moras ha dovuto fare i conti con dei problemi economici legati alla crisi greca e alle difficoltà di attingere a risorse economiche per curare il fratello malato: "Mio fratello Dimitris è tornato dall’Australia, dov’era in cura per la forma di leucemia che l’ha colpito. – queste le dichiarazioni al Corrieredelveneto – . Proprio in queste ore avremmo dovuto versare quanto serve per seguirlo nella clinica in cui si trova, ma con le banche che sono in questo stato, con il divieto di prendere soldi, non è stato possibile pagare. E anche mio padre è in difficoltà: ha un colorificio, ma non c’è più chi compra»".

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