Mondiali, Ribery: “Non sono in Brasile perché ho paura delle punture!”
Anche il mondo del calcio non è esente dalle fobie e dalle paure. Anni fa c'era Denis Bergkamp che, terrorizzato dall'idea di prendere l'aereo, si sparava migliaia di chilometri in macchina ogni volta che c'era da affrontare una trasferta. Il protagonista pauroso di oggi, invece, ha detto no al Mondiale per evitare le iniezioni del medico. In Francia, e in Germania, è esplosa la polemica per la mancata presenza di Franck Ribery al Mondiale brasiliano. Il giocatore del Bayern Monaco, affetto da una forma di lombalgia acuta, si sarebbe rifiutato di farsi curare con le punture di cortisone che l'equipe medica della nazionale francese avrebbe voluto fargli per rimetterlo in piedi e dargli la possibilità di scendere in campo. E' stato lo stesso Ribery ad ammettere il problema, durante un'intervista alla stampa francese: "Non sono andato al Mondiale, perché non ho voluto farmi iniettare cortisone dai medici francesi". Una bufera che ha coinvolto i medici francesi e quelli del Bayern Monaco. Dall'equipe di Deschamps è, infatti, partita una frecciata nei confronti del dottor Muller-Wohlfahrt, il medico della squadra tedesca: "Franck gioca in una società dove tutte le patologie vengono affrontate con iniezioni – ha detto il medico della Francia, Franck Le Gall – Quest’anno ne ha dovute subire almeno una trentina. Ormai ha paura delle punture". In attesa della risposta ufficiale del club bavarese, ci ha pensato lo stesso "Scarface" a difendere l'operato dello staff sanitario del Bayern: "E' ingiusto – ha replicato Ribery – Non posso accettare che vengano date le responsabilità al dottor Muller-Wohlfahrt. Sono ormai da sette anni al Bayern e con lui ho un rapporto di fiducia totale". Grazie alla cura "conservativa", senza quindi l'utilizzo di aghi vari, per rivedere in campo l'attaccano francese bisognerà attendere la fine dell'estate.