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Mondiali, il ‘Falco’ Ferri espulso dal Brasile

All’invasore solitario di Belgio-Stati Uniti sono stati contestati diversi reati tra cui la falsa identità. Venerdì verrà processato per direttissima e poi espulso dal Paese sudamericano.
A cura di Alessio Pediglieri
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Non è mancata in questo Mondiale anche la parentesi dell'invasione in campo in solitaria durante una partita. A farla è stato un italiano, Mario Ferri durante la gara tra Belgio e Stati Uniti valida per gli ottavi di finale. Un fuori onda che ha fatto divertire ma anche polemizzare il mondo del calcio e dello sport con dure accuse da parte della FIFA nei confronti del ‘Falco', oramai un vero e proprio abituè delle scorrazzate sui prati verdi di mezzo mondo. Si era già preso la sua fetta di notorietà nel 2010 e oggi, in Brasile si è ripetuto a livello internazionale. Ma adesso dovrà abbandonare immediatamente il Paese sudamericano per non incorrere in pesanti guai con la giustizia brasiliana.

Espulsione immediata dal Brasile

La breve invasione di campo all' "Arena Fonte Nova" di Salvador, al 17′ di Belgio-Stati Uniti, ultimo ottavo di finale dei Mondiali, di Mario Ferri, detto il "Falco" o "Superman", rischia di avere conseguenze anche penali per l'italiano che è stato in pratica espulso per direttissima dal Brasile. Ferri deve lasciare il Paese sudamericano entro tre giorni: questo è stato intimato dalla Polizia al ‘Falco', reo di aver superato i controlli di sicurezza all'interno dello stadio per essersi finto disabile accedendo così al bordo campo per poi mettersi in mostra, con indosso la classica sua ‘divisa' da invasore (blu con lo stemma di Superman) con l'aggiunta della scritta "Ciro vive", in ricordo di Ciro Esposito, il tifoso del Napoli morto qualche giorno fa in seguito agli scontri di Roma del 3 maggio, avvenuti poco prima della finale di Tim Cup.

Tanti reati contestati tra cui la falsa identità

Mario Ferri detto il ‘Falco' sarebbe accusato di diversi reati, tra cui l'aver dichiarato una falsa identità – per la sua incursione è entrato allo stadio con un pass da fotografo – poi fingendosi disabile per entrare fino a bordo del terreno di gioco e per l'invasione del campo durante il match tra Belgio e Stati Uniti. "Dopo essere stato trattenuto per 4 o 5 ore nello stadio, mi hanno rilasciato, ma non mi hanno ridato il passaporto. Ora sono libero, in attesa del processo per direttissima, previsto per venerdì. In nottata è intervenuto anche un funzionario del consolato. Mi hanno vietato di prendere parte ad altri match" le prime dichiarazioni dell'italiano subito dopo l'invasione e il relativo fermo.

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