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Mondiali, Australia-Olanda 2-3, Van Gaal vince a fatica e ipoteca il passaggio agli ottavi

A Porto Alegre sorride l’Olanda che, dopo la scoppola alla Spagna, vince anche contro una grande Australia. Dopo i gol di Robben e Van Persie, decisiva la papera del portiere australiano sul tiro di Depay.
A cura di Alberto Pucci
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L'Australia per non salutare il Brasile in anticipo, l'Olanda per dare un seguito alla straordinaria "manita", rifilata alla Spagna, e volare agli ottavi. Gli obiettivi dei due allenatori erano chiari sin dal fischio d'inizio del direttore di gara Haimoudi: primo arbitro algerino ai Mondiali, dopo un'assenza lunga 32 anni. E' stato un pomeriggio di festa a Porto Alegre. I novanta minuti dell'Estádio Beira-Rio hanno confermato la buona stella dell'Olanda che, giocando male per lunghi tratti di gara, ha portato a casa tre punti fondamentali davanti ad una grande Australia. Gli "Orange", mai vincitori contro gli australiani nei tre precedenti incontri (2 pareggi e una vittoria dei "canguri" in terra olandese nel 2008), ma imbattuti nella fase a gironi della Coppa del Mondo da ben 11 partite, possono così esultare per un successo che vale doppio, ottenuto a fatica e con molta fortuna. I "Socceroos", dopo questo passo falso, hanno un piede già fuori da questo Mondiale. Per sperare in un miracolo, servirà una vittoria (larga) contro la Spagna e una sconfitta del Cile contro l'Olanda nell'ultima partita del raggruppamento.

Talismano Depay – Nel primo tempo la squadra di Van Gaal è parsa sbiadita e lontana parente di quella che aveva tramortito i Campioni del Mondo in carica. A frenare l'impeto "orange", un avversario tonico e in palla che, gol di Robben a parte, ha sofferto poco all'interno dei propri 18 metri, sfiorando anche il vantaggio in un paio di situazioni. I primi 45 minuti di gioco, equilibrati e molto "tattici", hanno regalato il solito gol di Arjen Robben (ora giunto a quota tre, a fianco del tedesco Muller), le stravaganze della tifoseria olandese assiepata sulle tribune e, soprattutto, la perla di Tim Cahill che rimetteva il risultato in parità, dopo soli sessanta secondi dalla rete del giocatore del Bayern Monaco, con un tiro al volo fantastico che ha fatto tornare alla mente il gol di Marco Van Basten contro la Russia, nell'Europeo 1988. Nella ripresa, con un undici più offensivo (fuori l'infortunato Martins Indi, dentro Depay), Van Gaal è stato prima beffato dal rigore di Jedinak (54esimo), poi rinfrancato dal pareggio immediato di Robin Van Persie e baciato dalla fortuna con il gol proprio di Depay che sorprendeva Luongo con un tiro non irresistibile dai 25 metri.

Difficoltà olandesi –  Che fosse un Mondiale "anomalo", equilibrato e per nulla scontato, lo avevamo già capito nei giorni scorsi. Dopo le sorprese di squadre come Messico, Colombia, Costa Rica, Cile e Stati Uniti, anche l'Australia ha fatto vedere cose migliori rispetto all'esordio e dimostrato che nessuno può essere preso sottogamba. Piuttosto sorprende (in negativo) il passo indietro dell'Olanda. Van Gaal ha vinto, ma non può essere contento. Imbrigliati dai "Socceroos" australiani, i ragazzi in arancione (anzi, in blu) non sono riusciti a replicare la precedente splendida partita. Per più di sessanta minuti, l'Olanda ha spesso perso i duelli in mezzo al campo (dove il milanista De Jong è parso nervoso e falloso più del solito) e "ballato" in difesa davanti alle sfuriate dei "Canguri" di Postecoglou. Nell'ultima sfida contro il Cile, l'Olanda avrà a disposizione il match ball per conquistare la prima posizione del girone (il passaggio non sembra in discussione) e sperare in un accoppiamento favorevole. Per l'Australia, invece, è arrivato il momento di preparare le valigie: dopo questa sconfitta, la seconda nel Mondiale, l'ultima chiamata per il volo verso casa è davvero imminente.

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