Mondiali 2010: Messi, Kakà e le altre stelle cadenti del Sudafrica.
E le stelle stanno a guardare! Questo Mondiale sta riservando molte sorprese, nazionali blasonate clamorosamente a casa anche per i flop dei loro campioni. Basti pensare che Francia ed Italia, le finaliste dell'ultimo Mondiale in Germania, sono arrivate entrambe ultime nei loro gironi senza passare nemmeno il primo turno.
Nella nazionale italiana la delusione più cocente é stata Cannavaro. I tifosi azzurri avevano negli occhi ancora gli splendidi interventi di 4 anni fa dell'ex capitano, ma gli anni passano per tutti. L'eroe di Berlino é diventato il capro espiatorio del disastro dell'Italia lippiana. Nel fallimento francese non si é salvato nessuno, neanche Ribery, il giocatore più talentuoso dei Blues. L'ala del Bayern Monaco, vuoi per i suoi guai giudiziari per una squallida vicenda con una prostituta minorenne, vuoi per lo scarso feeling con Domenech, non é riuscito a lasciare il segno.
Nel Brasile, la favorita per la vittoria finale, nemmeno la stella di Kakà é riuscita a brillare. In realtà il fantasista carioca ha fatto fatica anche nel Real Madrid, e si é notata la sua scarsa condizione. Anche il Portogallo ha deluso, ed il suo campione più rappresentativo, Cristiano Ronaldo, ha sputato contro una telecamera dopo la cocente sconfitta contro la Spagna, perdendo non solo il Mondiale ma anche la faccia.
Nell'Inghilterra capelliana tutti aspettavano le magie di Rooney, ma l'attaccante del Manchester é apparso davvero irriconoscibile. Stesso discorso per Messi, il pupillo di Maradona, affondato senza segnare nemmeno una rete in questa competizione sotto i colpi dei tedeschi.
Perché tante stelle non hanno brillato? Alcuni tecnici hanno cercato alibi nelle scarse condizioni dei giocatori logorati da campionati estenuanti. Se da una parte sembra una scusa, dall'altra parte non si può negare che le stagioni in Europa sono davvero lunghissime. É difficile mantenere per un anno intero la stessa condizione psico-fisica, in fondo anche i grandi campioni sono degli uomini, e non delle macchine.
Francesco Ferrara