Mondiali 2010. Francia-Uruguay finisce a reti bianche.
URUGUAY-FRANCIA 0-0
URUGUAY (3-4-1-2) Muslera, Victorino, Lugano, Godin, M.Pereira, D.Perez (43′ s.t. Eguren), Arevalo, A.Pereira, N.Gonzalez (18′ s.t. Lodeiro), Suarez (29′ s.t. Abreu), Forlan. ( A Disp. Castillo, Silva, Fucile, Gargano, Cavani, Scotti, A.Fernandez, S.Fernandez, Caceres). All. Tabarez.
FRANCIA (4-2-3-1) Lloris, Sagna, Gallas, Abidal, Evra, Toulalan, Diaby, Govou (40′ s.t. Gignac), Gourcuff (30′ s.t. Malouda), Ribery, Anelka (d27′ s.t. Henry). (A Disp. Mandanda, Carrasso, Reveillere, Planus, D.Cissè, Squillaci, A. Diarra, Valbuena, Clichy). All. Domenech.
ARBITRO Nishimura (Giappone).
CITTA' DEL CAPO. Al Green Point Stadium, il secondo incontro del girone A dopo la partita d’esordio Sudafrica-Messico, finisce a reti inviolate. Le due compagini spartiscono l’intero bottino ma in realtà tra le due si fatica a stabilire chi ha sfoderato la peggiore prestazione. L’undici di Tabarez alla fine esulta, ma la loro esultanza è data più dall’impresa di pareggiare nonostante l’inferiorità numerica che per la prova messa in atto. Lodeiro entra di prepotenza negli annali del mondiale per essere stato il primo giocatore espulso, per somma si ammonizioni, in Sudafrica. La Francia ha molto da recriminarsi. Gli uomini di Domenech sono lontani parenti di quella corazzata che solo l’Italia di Lippi seppe abbattere nella finale nel 2006, anche se l’attenunante c’è. Solo in tre sono i vice campioni del mondo schierati in campo: Gallas, Abidal e Ribery.
Il tecnico francese, al suo ultimo anno, parte con un modulo che è una via di mezzo tra il suo spalleggiato 4-3-3 e il 4-2-3-1 fortemente voluto dai suoi giocatori e quel che ne esce è un ibrido che non porta a nessun risultato. Gourcuff schierato nella posizione che un tempo era di Zidane, non sortisce alcun effetto e così le palle da gol per l’unica punta Anelka arrivano dalle fasce, ma è ben poco per impensierire l’estremo difensore Muslera. Ribery e Govou, infatti, non sono in giornata e le loro incursioni producono qualche cross telefonato che sono facili preda della difesa uruguagia. i "Blues" infatti, nonostante abbiano il pallino del gioco, producono una sola vera occasione da gol su calcio da fermo. Gourcuff ci prova ma la sua punizione è deviata in angolo dall’attento Muslera.
L’Uruguay invece preferisce uno schema più prudente e il muro difensivo non cede il passo ai francesi. L’unico realmente capace di fare la differenza è Diego Forlan, ma il giocatore che ha da poco regalato l’Europa League all’Atletico Madrid, nel primo tempo non è letale come in coppa. Dalla sua però ha la prestazione del trequartista Gonzales che non riesce a fornirgli occasioni decenti.
Nella ripresa, Domenech si accorge di quello che ha in panchina e così girandola di sostituzioni. Henry preleva Anelka, Malouda fa sedere Gourcuff. La girandola di sostituzioni non cambia la musica e la marsigliese rischia di strozzarsi quando Forlan tutto solo in area si dimentica delle sue gesta espresse in Europa League regalando il pallone ai tifosi in tribuna. Al 36’ finalmente la gara sembra trovare nell’episodio la propria svolta. Lodeiro, in 18’ di gara colleziona due cartellini gialli lasciando così “Celeste” in dieci ma neanche l’uomo in più cambia l’inerzia della gara. I galletti non sfruttano la superiorità numerica e usano quel poco di fiato rimasto per protestare allo scadere per un presunto fallo di mano in area su un tiro ravvicinato di Henry.
Domenech a fine gara si congratula con la difesa dell’Uruguay ma non nasconde il suo malumore:” E’ frustante non vincere una partita del genere, ci hanno bloccato le nostre fonti di gioco e sono stati perfetti in difesa. Comunque sono soddisfatto del mio collettivo anche se avrei preferito vincere di misura giocando male.” Tabarez dalla sua ha la soddisfazione di aver avuto numerosi segnali positivi dalla difesa, considerando che sulla carta il punto di forza dei Celeste è nell’attacco.
Il Girone A così è all’insegna del 1. Tutte le squadre sono a pari punti, inizio non positivo ma pur sempre un inizio.
Davide Pecchia