Mondiali 2010: Da Gargano a Muntari, passando per Thiago, gregari alla riscossa
Di solito compaiono nelle foto da prima pagina, spesso in maniera anche sfocata, mentre il focus dell'immagine è tutta per la stella di turno. I flash sono tutti per i campioni, i nomi più blasonati e invece in questo mondiale è da applausi il ruolo che si sono ritagliati quelli che di solito vengono definiti gregari.
Di stelle che militano nel campionato italiano, in Sudafrica, ce ne erano diverse (Sneijder, Maicon, Milito), altre invece sono rimaste a casa come Pato e Ronaldinho, eppure quando vedi Caceres battere, con la disperazione negli occhi, l'ultima rimessa laterale, nella semifinale persa dall' Uruguay contro l'Olanda, non puoi non pensare a quelli che, pur guadagnando spesso 1\10 delle stipendio delle stelle, rendono il calcio uno degli sport più belli al mondo. Quanto amo questo sport! (scusate il commento).
Il Martin Caceres visto in questo mondiale, ricorda per sommi capi quello che imperversava sulla fascia destra con la maglia della Vecchia Signora a inizio campionato; quello che si toglieva anche qualche piccola soddisfazione in zona gol prima che, a Dicembre, iniziasse il suo calvario d'infortuni. Poco lontano vedi un omino piccolo piccolo, con le orecchie al vento e una faccia impertente, Walter Gargano, un giocatore in via di estinzione. L' "odi et amo" che contraddistingue il suo rapporto con la tifoseria partenopea è la sintesi perfetta di un giocatore che alterna prestazioni da standing ovation a prestazioni da "paccheri" (leggi schiaffi se non conosci il dialetto napoletano) come direbbero ai piedi del Vesuvio, eppure l'assist per il gol di Perreira, rete che ha riacceso le speranze uruguaiane, è da manuale del clacio. Tutti si aspettavano il solito traversone in mezzo e invece ecco il tocco vellutato che libera il compagno al tiro. Geniale. Sempre nella Celeste ti ritrovi quell' Edinson Cavani che sta tormentando il mercato di Zamparini. Gioca poco, chiuso da Suarez, ma quando è chiamato in campo da Tabarez risponde presente mettendo in seria difficoltà le difese avversarie chiedere a Stekelenburg per credere.
Dalla capitale eccoti i gladiatori difensivi, Juan e Burdisso. Il primo, un tipo al quanto delicato considerato i suoi innumerevoli infortuni, nel continente nero si trasforma in "Iron Man" ed è in grande spolvero. Colonna portante di una delle nazionali passate alla storia per il reparto offensivo più che per quello difensivo, impreziosisce il suo monidale anche con un gol contro il Cile. Il secondo, protagonista della telenovela tra Inter e Roma "Mio no tuo, lo vuoi allora è mio", non poteva certo salvare da solo la ciurma Biancoceleste dalla tempesta tedesca, ma tutto sommato, in Sudafrica, non è mai stato espulso (e questa è gia una notizia) ed ha sempre strappato la sufficienza con prestazioni ordinate e attente.
Nel Ghana, altra grande rivelazione di questa competizione, brilla Sulley Muntari. Con l'Inter ha vinto i famosi "tre tituli" di Mourinho anche se tutto sommato ha giocato poco, ma con la sua nazionale ha disputato un mondiale da leader regalandosi anche un gol da distanza siderale con complicità di Muslera nei quarti contro l'Uruguay.
Chiudiamo con un ex del campionato italiano,Thiago, uno che quando i tifosi juventini lo hanno visto arrivare credevano fosse il nuovo Paulo Sousa ma che poi, quando lo hanno visto partire, sono stati così gentili da portarlo in braccio fino a Madrid tutti appassionatamente in coro. In Italia manco a dirlo è stato un disastro ma quello visto in questo mondiale o è un gemello di quello comprato dalla Juventus o, Stevenson non ce ne voglia, è lui il vero protagonista dello "strano caso del dottor Jackie e mister Hyde".
E se fino ad ora abbiamo visto una marea di stelle cadenti, era inevitabile non sottolineare la vera e propria rivoluzione dei gregari che si sta compiendo in Sudafrica, con tanti saluti a Cristiano Ronaldo e compagni.
Davide Pecchia