Barovero racconta il bel gesto di Messi al Mondiale per Club

Leo Messi conferma ancora una volta un campione anche fuori dal campo. L'ultimo episodio finito sotto i riflettori è avvenuto lo scorso dicembre, ma era passato inosservato visto che l'altro protagonista, il portiere Marcelo Barovero, l'aveva tenuto nascosto finora per poi rivelarlo in un'intervista rilasciata qualche giorno fa in Argentina. Era lo scorso 20 dicembre 2015 all'International Stadium di Yokohama, in Giappone. Si gioca Barcellona-River Plate, finale del Mondiale per Club tra la vincitrice dell'ultima UEFA Champions League e quella della Copa Libertadores, sotto gli occhi attenti dell'arbitro iraniano Alireza Faghani. Barovero, portiere del River Plate, ha appena neutralizzato due conclusioni ravvicinate di Leo Messi, mantenendo così il punteggio di zero a zero.
L'attaccante argentino lo aiuta a rialzarsi dopo l'ennesimo tiro respinto, toccandogli anche il capo. A quel punto Barovero, che normalmente vede Messi solo su tv e giornali, ne approfitta per dirgli: "Ho compito il sogno di mio figlio". Il piccolo, infatti, gli chiedeva di continuo di parare un tiro di Leo Messi, suo idolo. A fine match, poi, il portiere del River lo aveva cercato per chiedergli la maglia ma era arrivato tardi.
A quel punto, racconta Barovero nell'intervista rilasciata agli argentini de El Grafico, ha chiesto all'argentino di scambiare la propria maglia con quella del portiere blaugrana Bravo. Messi a quel punto ha provveduto allo scambio, aggiungendosi però qualcosa di suo: le proprie scarpette, da regalare al figlio di Barovero. "Queste sono per lui", ha detto l'argentino al suo connazionale.
Un regalo davvero particolare per il piccolo Agustin, 9 anni, che sogna di percorrere le orme del padre come portiere. Padre che però a giugno potrebbe lasciare il River: l'attuale capitano dei Millionarios, infatti, dovrebbe accasarsi a fine stagione in Messico, per continuare lì la propria carriera. Eppure, in Spagna c'è chi giura che potrebbe essere un rinforzo per il Barcellona stesso: e chissà che non ci sia lo zampino di Leo Messi dietro tutto questo.