Mondiale 2018, Infantino: “Senza l’Italia è una tragedia”
E' stato tra i protagonisti del "Collari d'Oro 2017": cerimonia che ogni anno premia atlete e atleti di casa nostra, con la massima onorificenza dello sport italiano. Tra gli ospiti intervenuti presso la Casa delle Armi al Foro Italico, c'era anche Gianni Infantino: il presidente della Fifa, nonché ex numero uno dell'Uefa dopo l'addio di Michel Platini. Premiato anche lui dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Paolo Gentiloni, e dal Ministro dello Sport, Luca Lotti, Gianni Infantino ha colto l'occasione per commentare la clamorosa eliminazione dai Mondiali della nostra Nazionale.
La delusione per gli Azzurri
"Da italiano dico che un Mondiale senza Italia è tragico – ha spiegato il presidente della Fifa – Però è così, c'è chi ha meritato di esserci. Bisogna rimboccarsi le maniche, lavorare, riformare per riportare l'Italia sul tetto del mondo anche nel calcio. Se c'è davvero la possibilità che venga ripescata? Bisogna qualificarsi sul campo. È un grande onore e privilegio ricevere il premio. Prima di essere dirigenti siamo tutti tifosi. Noi dobbiamo preparare la scena per far brillare i campioni, al presidente Gentiloni dico che siamo orgogliosi di essere italiani".
L'applauso al Var
"Lo sappiamo tutti cosa va fatto in Italia, da anni si parla degli stadi, dei movimenti giovanili, della formazione – ha poi continuato Infantino – Bisogna trarre spunto da questa sconfitta per tornare ai vertici". Il massimo dirigente della Fifa ha poi commentato la crescita del Video Assistant Referee: "Il Var è una macchina bellissima che dà più giustizia e trasparenza al calcio. Gli darei un nove dopo le prime due giornate.
"Bisogna guardare le decisioni che vengono prese grazie al Var, e alla fine sono decisioni giuste. Gli errori ci saranno sempre quando ci sono gli esseri umani, l'importante è evitare quelli clamorosi e gravi, e con il Var si evitano al 100%. Il lavoro che si sta facendo in Italia è all'avanguardia, è eccellente. Abbiamo eliminato la cultura del sospetto? Questa è una malattia veramente molto italiana ma che non esiste".