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Mino Raiola attacca la FIFA: “Come un dittatore comunista, dice cosa fare in ogni momento”

Mino Raiola, uno degli agenti più importanti del mondo, ha attaccato la FIFA per le regole in merito alle intermediazioni nelle cessioni dei calciatori.
A cura di Vito Lamorte
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La FIFA è come un dittatore comunista che dice alla gente cosa fare in ogni momento. La gente ha già capito di cosa si tratta. Lavoriamo con un'associazione svizzera perché vogliamo combatterla da qui, esattamente da dove si trova la Federazione. Stiamo cercando un modo di lavorare più trasparente dove devono anche essere messi in chiaro anche i nostri diritti e da lì inizieremo a parlare. La FIFA dice che decidono loro e basta. È ridicolo.

Sono queste le parole utilizzate da Mino Raiola, uno dei procuratori più importanti del mondo, per attaccare la FIFA per le possibile regole in merito alle intermediazioni nelle contrattazioni dei calciatori. Secondo quanto riportato dal quotidiano spagnolo Marca, Raiola da presidente del Football Agents Forum si è scagliato pesantemente contro la federazione internazionale e ha spiegato il suo punto di vista:

Gli agenti sostengono che è necessario un cambiamento, una diversa linea di azione. Il calcio ha bisogno di un secondo sistema. La FIFA oggi vuole essere tutto. Il governo, la parte commerciale, la parte legale, e questo è impossibile. Oggi vogliono organizzare il Mondiale per Club, il calendario, gli agenti. Non è possibile che un'organizzazione con molti problemi di corruzione, sia quella che risolve. Devono risolvere i loro problemi.

Raiola: Perché con la UEFA ci capiamo?

Infine l'agente di origini campane ha parlato del suo rapporto dell'Uefa e delle differenze con la FIFA in merito alle regolamentazioni:

La domanda è chiara, perché (la FIFA) non vuole anche una percentuale su stipendi, trasferimenti, sponsor? Sappiamo come regolamentarci da soli. Perché devono prendere parte dei nostri soldi? In Europa ci organizziamo con i club e non ci sono problemi. Perché dobbiamo passare attraverso la FIFA se con la UEFA ci capiamo? È chiaro, è un gioco di potere. Ecco perché diciamo basta.

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