Minacce ai giocatori dell’Ascoli: croci in campo e ‘salvezza o violenza’ (FOTO)

Una scoperta macabra e, al tempo stesso, la violenza della minaccia. Ad accogliere i calciatori dell'Ascoli c'erano croci tombali conficcate nel campo d'allenamento e uno striscione eloquente: ‘E' finita la pazienza, o salvezza o violenza'. La difficile situazione di classifica della squadra bianconera, che lotta per non retrocedere dalla Serie B in Lega Pro, è alla base della singolare, quanto biasimevole, forma di protesta. ‘11.05.13, quando la squadra molla la città ruggisce!' è lo slogan comparso, invece, sulla mura della città. Uno sgradevole avvertimento ai bianconeri, reduci da sei sconfitte consecutive e con l'unica speranza di giocare i play out. Decisive saranno le ultime due partite di campionato, la prima sabato prossimo in casa contro la Ternana. "Il Piceno non può veder svanire una delle eccellenze del territorio senza aver dato battaglia. L'arrendismo, la rassegnazione e l'assenza di mordente non saranno tollerati da parte di nessuno. Il ruggito di Ascoli deve risuonare forte e riecheggiare fino a Terni. Chi non raggiunge sabato lo stadio non è degno di essere chiamato ascolano" si legge in un comunicato degli ‘Ultras 1898'.
Il precedente. Accadde ad Avellino, nel 1992. Allora 16 croci, dal significato inequivocabile, furono piantate sul campo del club irpino. Erano dedicate a ciascuno dei giocatori della rosa. E tanto per non lasciare dubbi, sotto il nome del giocatore misero la data della fine del campionato. Analogo episodio accadde nel marzo 2008 nello stadio di Massa Carrara, dove dopo la sconfitta nel derby con la Lucchese furono trovate 12 croci piantate sul terreno. Nello stesso anno, ad aprile, toccò al Modena. La croce comparve dopo un pesante 1-4 nel derby con il Bologna.
