Milinkovic, Immobile e Lulic: anima e cuore. Roma: si salva solo El Shaarawy
Dopo la vittoria nella gara d'andata, la Lazio elimina la Roma e si prende la finale di Coppa Italia. I biancocelesti di Simone Inzaghi giocano una gara attenta e di grande intensità riuscendo a portarsi in vantaggio per ben due volte e costringendo i giallorossi a rincorrerli per tutti i 90 minuti. Il risultato finale vede la Roma vincere per 3-2 ma non basta per superare il turno. È successo tutto quello che non doveva succedere per la squadra di Luciano Spalletti che dopo un approccio molto positivo ha perso di mordente dopo la rete del primo vantaggio laziale: il sussulto d'orgoglio finale non può bastare per acciuffare la finale del torneo della coccarda. È evidente che la qualificazione è stata, parzialmente, decisa all'andata e ha permesso alla Lazio di impostare in un certa direzione la gara sin dalle prime battute. Supera il turno la squadra che è riuscita a sfruttare tutte le occasioni al momento giusto e a tenere sempre alta la concentrazione: Simone Inzaghi ha preparato al meglio entrambe le gare e la finale è il giusto premio per una stagione straordinaria.

Luciano Spalletti si presenta con un 4-2-3-1 che vede Salah, Nainggolan ed El Shaarawy alle spalle di Dzeko con Strootman e Paredes a fare da scudo davanti alla difesa mentre Simone Inzaghi mette in campo un 3-5-2 con Basta e Lukaku sulle fasce che diventano terzini in fase di non possesso. Felipe Anderson in appoggio a Ciro Immobile mentre il triangolo centrale in mediana è composto da Biglia, Lulic e Milinkovic-Savic.
Top
Sergei Milinkovic-Savic. Ha fatto fatica nella fase iniziale della gara a trovare la posizione giusta ma nell'area avversaria è spietato. Il serbo ha segnato la rete che ha ammazzato le velleità di recupero della Roma e ha scritto il suo nome in maniera indelebile su questa qualificazione. Lo scorso anno Inzaghi lo ha utilizzato pochissimo, questa stagione è un punto fisso. Imprescindibile.
Stefan El Shaarawy. L'unico del tridente che sembra dannarsi l'anima là davanti: fa goal, corre su tutta la fascia e propizia la rete del pareggio. Si è sempre proposto tra il terzo di difesa e l'esterno ed è stato uno dei più pericolosi dei giallorossi. Il cambio con Diego Perotti a 20′ dalla fine non sembra proprio una giusta valutazione da parte di Spalletti.
Ciro Immobile. La punta di Torre Annunziata sta facendo una stagione impressionante: ventunesimo goal tra campionato (18) e Coppa Italia (3). Sono 25 contando gli altri 5 segnati con la Nazionale. Ciro è in una forma strepitosa: corre, lotta e va in rete con una facilità disarmante. Dopo la rete dell'andata, ecco il definitivo castigo nel ritorno della semifinale contro i rivali giallorossi.
Francesco Totti. Per il capitano giallorosso è il derby numero 33 ma il suo ingresso a nove minuti dalla fine non può sovvertire una gara già segnata dopo la prima frazione di gioco. Sempre più nella storia.
Senad Lulic. Non è stata una gara appariscente quella del centrocampista bosniaco ma l'uomo tanto caro alla tifoseria biancoceleste per la rete nella finale del 2013 è stato uno degli "equilibratori" della squadra di Inzaghi. Insieme a Biglia ha formato una vera diga davanti alla difesa e ha costretto Nainggolan ad andare a giocare la palla lontana dalla zona centrale. Funzionale.
Simone Inzaghi. Due gare preparate alla perfezione, non sbaglia una mossa e riesce a tenere sempre alta la tensione nella sua rosa. Onore e merito ad un ragazzo richiamato di fretta a luglio che sta dimostrando tutto il suo valore come allenatore. La squadra gioca, si diverte e raggiunge traguardi che la scorsa estate sembravano impossibili. Cosa chiedergli di più?
Le curve. Il ritorno dei gruppi che occupano le due curve dello stadio Olimpico è una buona notizia per tutti e il comportamento dei supporter giallorossi e biancocelesti è stato encomiabile. Colore, tifo e nessun eccesso: perché non dovrebbe essere sempre così?
Flop
Mohammed Salah. Nel primo tempo è in ritardo su tutti i palloni. L'egiziano sceglie la serata più importante dell'anno per sfoderare uno dei vestiti peggiori: le due reti nel finale non cambiano il giudizio sulla prestazione piuttosto mediocre.
Stefan de Vrij. L'olandese ha giocato un primo tempo quasi perfetto ma è riuscito a buttare tutto dal balcone con quella svirgolata nel finale che ha portato al goal di El Shaarawy. Nell'intervallo Simone Inzaghi lo sostituisce con il connazionale Wesley Hoedt per un problema muscolare.
Radja Nainggolan. Non riesce mai a trovare la posizione per incidere e quando ha la palla è sempre prevedibile. Il belga si prende un'ammonizione nel primo tempo per un fallo che poteva evitare ed è piuttosto irrequieto quando prova a ritagliarsi spazio per giocare. Anima errante.