Milan scudetto 2011, Allegri sarà il quinto allenatore italiano a centrare il titolo al debutto rossonero
Berlusconi ha avuto parole d'elogio verso il tecnico toscano: "Allegri può continuare la serie dei grandi allenatori rossoneri, ha tutte le caratteristiche tecniche e umane per portare il Milan a grandi successi". Una ‘benedizione' che arriva dal Presidente più titolato della società più titolata e oramai ad un passo dal 18° tricolore che potrebbe già arrivare a Roma nel prossimo weekend. E' vero, con la vittoria di Cesena l'Inter ha rovinato la festa al Milan che poteva alzare al cielo lo scudetto già domenica pomeriggio a San Siro contro il Bologna: tutto rimandato ma solamente per un pugno di giorni. Se contro la Roma all'Olimpico arriverà almeno un punto, sarà successo matematico e alla penultima giornata in casa davanti al proprio pubblico di San Siro contro il Cagliari, tutto il mondo rossonero potrà brindare al titolo dopo sette anni di astinenza.
GRAZIE ALLEGRI – Il piccolo grande uomo chiamato all'appello proprio da Berlusconi, tra i dubbi e le perplessità di molti. Dopo un paio di stagioni di altissimo livello a Cagliari, il tecnico livornese ha unito il proprio destino con quello del Milan il 25 giugno 2010, con un contratto biennale. Da subito, si è calato nell'universo Milan, senza alzare mai la voce, accettando le scelte di mercato della società, indicando quasi timidamente, alcuni nomi e inserimenti che servivano. Poi, tanto lavoro durante la settimana conquistando pian piano la stima dei giocatori e sapendo gestire le problematiche all'interno di uno spogliatoio che altrimenti si sarebbe trasformato in un boomerang (leggasi la cessione di uno scontento Ronaldinho, i malumori di Pato in panchina, gli infortuni legati ad Ambrosini, Pirlo, Inzaghi). Insomma, di partita in partita, Allegri ha saputo dare il proprio marchio di fabbrica ad un Milan che ha anche saputo vincere esaltando il proprio gioco. E continuando quella tradizione di allenatori italiani vincenti sulla panchina del Milan al loro debutto in rossonero.
LA ‘PRIMA' DELL'ARRIGO – Come Allegri, da quando Silvio Berlusconi è al comando del Milan, già altri illustri predecessori italiani hanno tinto il loro debutto nella Coppa della vittoria. Tutto è iniziato con un certo Arrigo Sacchi, giovane tecnico emergente che segnò il passo del calcio moderno anche grazie ad una campagna acquisti perfetta che portò in rossonero tra il 1987 e il 1988 il trio degli olandesi Van basten, Gullit e Rijkaard. Sacchi, dopo un inizio difficile, guidò la squadra ad una esaltante rimonta sul Napoli sino alla vittoria finale. Il successo in campionato fu il preludio ad un triennio d'oro in cui i rossoneri si aggiudicarono due Coppe dei Campioni (1989, 1990), due Supercoppe europee (1989, 1990), due Coppe Intercontinentali (1989, 1990) e una Supercoppa italiana (1989).
GLI INVINCIBILI DI CAPELLO – Dopo Sacchi, fu la volta del debutto con successo di Fabio Capello. era il 1991 e il Milan, fuori dalle competizioni europee per lo scandalo di Marsiglia, si potè concentrare anima e corpo al campionato di serie A. La stagione 1991-1992, la prima di Capello in panchina venne vinta con largo anticipo e, prima squadra italiana a riuscire in questa impresa, senza subire nemmeno una sconfitta. Una cavalcata prodigiosa che diede ai protagonisti di quegli anni il titolo di "Invincibili". Come Fabio Capello, dopo un periodo di delusioni, a riportare in via Turati il tricolore fu un altro tecnico italiano: Alberto Zaccheroni, che al suo debutto in rossonero nel 1998-1999 completò alla penultima giornata un'insperata rimonta sulla Lazio, grazie a sette vittorie consecutive negli ultimi sette turni.
CARLETTO E I MERAVIGLIOSI – Poi ci fu l'avvento di Carlo Ancelotti. L'ex giocatore rossonero si sedette sulla panchina del Milan nella seconda parte della stagione 2001-2002, ma al suo primo anno completo come tecnico, inaugurò un nuovo ciclo di vittorie riportando nella bacheca rossonera la UEFA Champions League che mancava da quasi dieci anni e la prima Coppa Italia dell'era Berlusconi. Alla vittoria in Champions seguirono poi nel 2003-2004 il diciassettesimo scudetto e la quarta Supercoppa europea.
IL FLOP DEGLI STRANIERI IN PANCHINA – Quando il Milan parla ‘italiano' dunque, il successo è assicurato mentre con le guide straniere ha avuto sempre qualche difficoltà. Ne sono esempi palesi Washington Tabarez e Fatih Terim, due allenatori di indiscussa caratura internazionale ma incapaci di dimostrare il proprio valore in rossonero. Nel biennio 1996-1998 alla guida dell'allenatore uruguagio si aprì un biennio di crisi e di involuzione, così come nel 2001-2002 quando si consumò, fortunatamente in maniera veloce e quasi indolore, la sfortunata parentesi di Fatih Terim. E in ultimo, non si può dimenticare anche l'anno di Leonardo in panchina, solamente una stagione fa con il brasiliano che non riuscì a vincere nulla chiudendo anzitempo la propria avventura in rossonero per poi approdare tra mille polemiche alla corte dell'Inter di Massimo Moratti per il dopo Mourinho.