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Milan: Ronaldinho ai margini e Berlusconi in silenzio

Il numero uno rossonero non ha commentato le sette panchine consecutive del brasiliano, mentre quando c’erano Ancelotti e Leonardo andava molto diversamente.
A cura di Gianni Monaco
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Se Ronaldinho, due anni e mezzo fa, è arrivato al Milan, il merito è certamente di Silvio Berlusconi. Il numero uno rossonero è sempre stato un grande fan dell'attaccante brasiliano e ha fatto pressione prima su Ancelotti e poi su Leonardo perché giocasse. Lo scorso anno Adriano Galliani ebbe a dichiarare: "Ronaldinho deve essere in campo sempre, indipendentemente da come poi gioca. Lui non può avere lo stress di essere titolare o meno: per essere sereno e rendere al massimo bisogna che abbia la fiducia incondizionata del tecnico e della società".

L'ex fantasista del Barcellona disputò l'intera stagione da titolare, facendo anche bene. Quest'anno, con Allegri, le cose sono cambiate. Dinho ha giocato pochissimo, ma quando lo ha fatto non è apparso in condizioni fisiche disastrose. Milan-Ajax di Champions League è stata la sua prima partita da titolare dopo sette panchine consecutive. Una brutta gara, sia per lui che per tutta la squadra: ma non è certo da essa che si può giudicare un ex pallone d'oro come il brasiliano.

Di fronte alle tante panchine di Dinho, qualcuno si sarebbe aspettato che Berlusconi alzasse la voce e reclamasse un posto da titolare per il suo pupillo. Macché. Il presidente non ha aperto bocca sul brasiliano. Forse perché troppo impegnato con la politica. Forse perché, semplicemente, Ronaldinho non è più il suo preferito e quindi non si opporrà nemmeno a una eventuale cessione.

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